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Deleghe ritirate ai dissidenti
Si acuisce sempre di più la frattura, ormai evidente, interna alla maggioranza amministrativa che regge le sorti di governo del sindaco Franco Palumbo. Parlare di fibrillazioni è quasi un eufemismo alla luce dei recenti avvenimenti che dimostrano che siano in atto prove per eventuali e futuri divorzi tra le forze composte da consiglieri che, ormai, non si riconoscono più nell’azione del sindaco e dei suoi fedelissimi e lo stesso primo cittadino che, comunque, attraverso il proprio ufficio stampa fa sapere di essere intenzionato ad andare diritto per la sua strada. Nelle ultime ore il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Palumbo, ha revocato tutte le deleghe affidate a Pasquale Accarino, Angelo Merola, Alfonsina Montechiaro, Fernando Maria Mucciolo e Francesco Petraglia, i consiglieri dissidenti che hanno dato il via a quella che si sta dimostrando una crisi se pure latente, ma evidente. Resta da sciogliere il nodo relativo alla presidenza del Consiglio comunale, ruolo oggi detenuto da Nino Pagano e del quale si chiedono da parte di qualcuno le dimissioni. Per essere sfiduciato, il presidente del Consiglio dovrebbe essere revocato dal voto della maggioranza assoluta dell’assemblea, dopo che la richiesta sia stata presentata da un terzo dei consiglieri. Con la revoca delle deleghe ai consiglieri dissenzienti si apre una fase molto delicata e problematica. Su quali numeri si regge la leadership amministrativa di Palumbo? Come si comporteranno al momento del voto i Consiglieri ormai orfani di deleghe per volontà sindacale, continueranno a dare la propria fiducia a Palumbo oppure no? E’ quanto si chiede la gente. E’ pur vero che può contare su almeno sei suoi fedelissimi ed ovviamente il suo voto, ma sarebbero numeri striminziti se dovessero mancargli quelli dei dissidenti. Una situazione in piena evoluzione, saranno le prossime ore a dire come evolverà il tutto.