De Luca: «Italia Nostra intimidisce la Soprintendenza» - Le Cronache
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De Luca: «Italia Nostra intimidisce la Soprintendenza»

De Luca: «Italia Nostra intimidisce la Soprintendenza»

di Andrea Pellegrino Tentativi di Italia Nostra di intimidire la Soprintendenza. Vincenzo De Luca torna all’attacco sul Crescent, all’indomani della «comunicazione di conclusione delle indagini» disposta dalla Procura di Salerno nell’ambito della mega inchiesta sulla mezza luna e della nuova nota inviata dall’associazione ambientalista al Soprintendente Miccio, che ieri, tra l’altro è stato destinatario anche di un appello scritto a firma dei sostenitori del Crescent. Ma Vincenzo De Luca non risparmia nulla ad Italia Nostra: da intimidatori a somari l’associazione ambientalista è finita sotto attacco. «C’è una sola persona dotata di buon senso e sana di mente che possa dire che le baracche e i depositi di legno e di marmo che avevamo a Santa Teresa erano paesaggio da tutelare? “Degrado culturale e paesistico” nella città che ha realizzato una ventina di parchi pubblici?», dice De Luca. Ed ancora: «Leggo nella lettera (inviata alla Soprintendenza) – prosegue il sindaco – “quel condominio privato sostenuto da colonne doriche prefabbricate”: Somari! Le colonne sono prefabbricate perché l’opera ha uno stile di classico moderno, così come lo definisce Bofill; sarebbe stata una cafonata un’imitazione dei templi di Paestum, questa invece era una cosa dichiarata, ovvero un linguaggio moderno con segni neoclassici. E ancora nella lettera: “lo svuotamento di valori morali e culturali”. Quali erano questi valori? Gli spacciatori, le prostitute, i pedofili? “La muraglia che ha già alterato tratti significativi del lungomare cittadino”. Quali tratti significativi? Il chiavicone? – dice ancora De Luca – Forse si riferiscono a un tratto di dieci metri di spiaggia inutilizzabile tagliato da un lato della piazza, perché nel progetto di Bofill l’orientamento della piazza stessa non doveva tagliare la visuale rispetto ad entrambe le costiere. E poi ancora “il paesaggio urbano alterato” sarebbero le baracche? Più avanti si legge: “è anche il simbolo dell’illegalità”. Su questo vedremo se ci sono gli estremi per una querela per diffamazione, perché l’illegalità è solo nella loro testa. “Contrastando così le tendenze all’indifferenza, all’affarismo che misura le cose col metro del denaro, all’affermazione di politiche urbanistiche regressive, spesso sostenute dal falso mito della (finta) riqualificazione”. Qui si cerca di intimidire il Sovrintendente. E, infine, “resistere ai privati”. Somari! Quel Pua è un’iniziativa pubblica, non privata: il Comune ha deciso di collocarvi le abitazioni per evitare che di notte quella piazza fosse lasciata al degrado. Abbiamo fatto un’asta pubblica per recuperare dai privati le risorse necessarie per comprare l’area dal demanio e dalle Ferrovie dello Stato». A dare man forte al sindaco l’associazione Noi per Salerno, che con in una nota a firma di Gerardo Lupo scrive: «Vorremmo invitare a riflettere su un aspetto che riguarda i nostri figli: quale giudizio potranno mai avere dei loro genitori se questa opera fosse definitivamente bloccata? Sarebbero genitori che non hanno saputo, sempre impelagati in mille beghe, ricorsi, fantasiose interpretazioni, cavilli burocratici e sentenze da oppugnare ad ogni costo, nemmeno pensare ad una garanzia per il futuro dei propri figli e a quello urbanistico della propria città. Tutto questo nel mentre altre città europee (Barcellona, Valencia, Las Palmas, Berlino per citarne alcune, dai nostri stessi ragazzi, frequentate) non si perdono in alcun indugio né sui tempi, né sull’eventuale impatto ambientale, nel riprogettare gli spazi urbani e con risultati a dir poco brillanti». Infine De Luca annuncia: «A maggio faremo in Piazza Portanova una mostra con la documentazione che manderemo alla Soprintendenza, che testimonia il prima e il dopo. Sul Molo Manfredi, dove ora c’è la Stazione Marittima, c’era persino un inceneritore dove si bruciava di tutto: chissà quanta diossina ha emanato nell’aria. Non sapeva niente nessuno, tutti zitti».