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De Luca a Di Maio: “Pentiti su no vax, vaffa e no tap”

di Andrea Pellegrino
I vaffa, honestà, honestà, i no tap, i no vax, i no tav. L’elenco è di Vincenzo De Luca ospite alla Festa nazionale dell’Unità a Ravenna. Ribalta le dieci domande a Di Maio e chiede una operazione verità. Insomma “si al governo, purché si pentano”. D’altronde fino a ieri le critiche di De Luca sono piovute a dirotto su Di Maio e il Movimento 5 Stelle: «La trattativa è delicata, Zingaretti ha la fiducia ma attenzione», avverte il governatore della Campania: «Prima operazione verità, poi autocritica anche interna al Pd e riflessione sulla catastrofe elettorale dello scorso anno». E ribalta i dieci punti a Di Maio: «Le ho lette ed ho anche qualcosa da chiedere a lui», prosegue De Luca che elenca: «Grillo e i cinque stelle sono i responsabili dell’imbarbarimento del dibattito politico degli ultimi dieci anni. Per dieci anni hanno saltato nelle piazze, rinunciando ad ogni regola della buona educazione, con i loro vaffa. E’ in atto un processo di redenzione?». Ed ancora: «Uno vale uno: una autentica bestialità, una idiozia totale. Poi – prosegue De Luca – i no vax: abbiamo dovuto aspettare che morissero i primi bambini di morbillo. Anche in questo caso hanno cambiato idea? Sui vaccini parlano i medici no i saltimbanco. Infine, no tap, no Ilva e l’acciaieria sta li. No al condono, ed massimo esponente del movimento ha un appartamento abusivo condonato. Tutto questo mentre si gridava all’honestà, honestà». Nonostante ciò per De Luca: «Credo che il Pd non debba rinunciare alla trattiva ma senza rinunciare a nulla e soprattutto al suo spirito critico. L’accordo con il Movimento 5 Stelle non significa autocensurarsi. Possiamo discutere della possibilità di un governo ma senza cambiare le nostre idee». Infine sul Pd, De Luca incalza: «Ritrovi la sua identità e cambi la sua comunicazione. Salvini ha vinto attraverso due argomenti: la sicurezza e le tasse. Noi facciamo enciclopedie. Ho visto che hanno istituito delle commissioni sul programma, mi sono venuti i brividi. Ed infine, riflettiamo sul disastro elettorale avvenuto lo scorso anno, ancora dobbiamo fare una seria autocritica».