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Dal Partigiano Corrado di Pavese al Covid19

Un lungo abbraccio dai balconi per questa giornata di resistenza e Ri-costruzione
Luisa Langella
“Questa mattina mi sono alzato” in un’Italia vuota. La stessa del partigiano Corrado di pavesiana memoria che osserva la città deserta e le terre desolate. Piazza Plebiscito , piazza del Colosseo , via Monte Napoleone: spazi deserti e desolati. Solo poco tempo fa brulicanti di tram e autobus, biciclette, auto e pedoni: un’Italiana piena. Un’Italia piena, che oggi si unisce, si stringe. L’Italia dei drappi tricolori attaccati ai balconi, l’Italia che canta insieme alle finestre l’Inno Nazionale, l’Italia degli arcobaleni. Napoli illuminata dalle torce dei cellulari a tempo di “Abbracciame” di Andrea Sannino. Gli Italiani si abbracciano rispettando il metro di distanza e resistono. Resistono a questa che tutto il mondo ha definito guerra. Spinti dallo stesso sentimento partigiano di unione. “La Resistenza è stata un fatto straordinario. Ha realizzato un’unità veramente eccezionale” (Nilde Iotti) Il Covid-19 è stato un fatto straordinario, ha realizzato un’unità veramente eccezionale. Ha unito il mondo, che mai, prima d’ora si era sentito sulla stessa barca. Questi sono davvero giorni partigiani, giorni di unione e di resistenza per prepararci a una nuova liberazione. Un’altra liberazione, quella dalla quarantena, ma non così diversa. Gli Italiani liberati, di 75 anni fa, li immagino disorientati, smarriti e spaventati anche di chi è sempre stato accanto a loro, tanto quanto gli Italiani liberati ai tempi del Covid-19. Il virus si è preso gioco di noi. Ha rinchiuso in casa un popolo che vive fuori casa, che ama stare all’aria aperta, che mangia velocemente qualcosa take away e che si assembra anche solo per un caffè. E mi chiedo se gli Italiani non siano più liberi in quarantena o se gli Italiani, in quarantena, non siano mai stati più liberi di così. Liberi da una società frenetica che impone un certo comportamento, un certo stile di vita e un certo modo di parlare e pensare. Ha rallentato la generazione che nell’immediato e nella velocità aveva creduto di trovare la felicità e l’appagamento dimostrando che possiamo fare a meno di tante cose, ancora in chiusura, tranne che di una famiglia riunita intorno a un tavolo nella cucina della propria casa . “Oh partigiano, portami via che mi sembra di morir” Ci vuole coraggio, come diceva Pavese, di starsene soli ma agli Italiani partigiani, il coraggio non è mai mancato.