«Da dieci anni nessun aggiornamento sul rischio idrogeologico a Salerno» - Le Cronache
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«Da dieci anni nessun aggiornamento sul rischio idrogeologico a Salerno»

«Da dieci anni nessun aggiornamento sul rischio idrogeologico a Salerno»

di Andrea Pellegrino

«Da oltre 10 anni il Comune di Salerno non aggiorna la situazione del rischio idrogeologico del territorio di Salerno, che come è noto è interessato dalla presenza di molti corsi d’acqua». L’allarme è dell’associazione “Liberamente Insieme” che, in considerazione dell’ultima eccezionale ondata di maltempo e dei disagi provocati, solleva il rischio idrogeologico. I torrenti presenti sul territorio di Salerno, sono il Rafastia, il Fusandola, il Conca ed Orefice, il Pamentiello, il Marziello, il Cavolella, il Mariconda, il Grancano, il Sordina ed il Fuorni, oltrechè i fiumi Irno ed il Picentino. «Durante gli anni si sono verificati numerosi fenomeni di esondazione dei torrenti nel territorio comunale – spiegano – Nel 2003 si verificò l’esondazione del torrente Cavolella. Nel 2005 si è verificata la frana in località Sala Abbagnano, laddove si sono registrati crolli ed il dissesto complessivo del versante che ha coinvolto la sovrastante Strada Provinciale. Nel 2006 la città è stata investita da precipitazioni atmosferiche di eccezionale intensità che hanno determinato, interessando tutto il territorio comunale, danni di notevole entità. In particolare è stata colpita, più gravemente, la zona compresa tra la collina di Giovi, la bretella di raccordo della tangenziale all’altezza di via S. Allende, la linea di costa, la direttrice tra l’uscita della tangenziale di Pastena-S. Margherita. I danni maggiori si sono determinati a causa della fuoriuscita, in più punti, del torrente Mariconda determinando gravi danni per le zone limitrofe. Il Parco Arbostella è stato investito da una rilevantissima quantità di fango e detriti riversatisi nei locali a piano terra degli edifici, nei garage interessati, interessando pesantemente anche la viabilità». «L’ingente quantità d’acqua riversatasi in tali aste torrentizie, ha determinato il verificarsi di colate e di trasporto di materiale lapideo anche di grosse dimensioni, che hanno determinato gravissimi inconvenienti agli abitanti della città. L’attività di urbanizzazione imperterrita negli anni determina sempre più problematiche del rischio idrogeologico. Non solo mancanza di prevenzione e di attenzione sui corsi d’acqua ma addirittura si continua a cementificare sugli stessi», proseguono. Il caso attuale e più eclatante è la ben nota cementificazione dell’area di S. Teresa, con la abusiva deviazione del torrente Fusandola, parzialmente tombinato, che come ha accertato il consulente della Procura della Repubblica di Salerno determina pericolo di esondazione proprio nel centro storico della città. Il consumo del suolo continua ad aumentare, amplificando il processo di impermeabilizzazione del territorio. Ma i fiumi – abbiamo verificato a nostre spese anche a Salerno – non sono corpi «morti», ma «vivi». L’acqua che non può più scendere verso le falde sotterranee perché bloccata da cemento e asfalto, da qualche parte deve pur andare. Se piove molto, l’acqua che prima scorreva in un alveo fluviale di cento metri, con le obbligatorie aree golenali, non ce la fa a passare dentro un canale sotterraneo largo 10 metri. L’acqua che giunge nella strettoia del fiume tombato, «esplode», e va dove ci sono le case e le persone».