L’ultima inchiesta sul piano di zona conferma, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, che gli unici due sindaci dell’Agro nocerino in grado di amministrare tenendosi fuori da questioni quanto meno sospette, sono i primi cittadini di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, e quello di Nocera Inferiore, Manlio Torquato. Entrambi, infatti, oltre a non essere coinvolti in alcuna vicenda giudiziaria (anche se quella che riguarda Montevescovado sulla questione della variante per la Casa Famiglia è ancora suscettibile di sviluppi) stanno dimostrando di tenere al proprio territorio più di ogni altro e di non accettare supinamente imposizioni dall’Alto. Non si può dire di Canfora che pende dalle labbra di De Luca né di Bottone a Pagani che pur di garantirsi la poltrona ha virato politicamente dal centrodestra al centrosinistra. Non si può dire di Ferraioli a Angri dove addirittura si rimpiange il suo predecessore Pasquale Mauri né di Cosimo Ferraioli a San Marzano che dopo svariati anni di sindacato ancora non si capisce se la sua collocazione politica naturale è a destra o a sinistra. E neanche di Strianese a San Valentino che ha avuto negli ultimi quindici anni rapporti stretti con il Piano di Zona tanto da restare tecnico convenzionato, lui che è un ingegnere civile, nell’ente che gestisce i servizi sociali. E questo senza concorso e con proroghe annuali sempre garantite proprio da quei vertici ora nell’occhio del ciclone. Torquato e Cuofano, insomma rafforzano sempre più la loro leadersheep nell’Agro. La mancata unione territoriale di certo non corrisponde ad una identità di vedute sulla gestione delle comunità. E non è neanche un caso che entrambi sono i più giovani sindaci dell’Agro a dimostrazione di come il rinnovamento non sempre è sinonimo di inesperienza. Certo, dietro Torquato ci sono anni e anni di esperienza maturata all’ombra del padre Fulvio da sempre consigliere comunale di opposizione a Nocera Inferiore e alle spalle di Cuofano l’amore per il territorio espresso da sempre dal padre Pasquale, ex consigliere regionale della Dc negli anni ’80. Ma i due brillano da tempo di luce propria e questo è un dato inconfutabile. Comunque vadano le cose l’Agro oramai dovrà stringersi intorno a questi due sindaci se vuole sperare ancora di spravvivere rispetto a Salerno e l’hinterland vesuviano mantenendo intatta la storia, le tradizioni e le caratteristiche di un comprensorio che da solo conta quasi la metà della popolazione dell’intera provincia di Salerno. Torquato dovrà amministrare ancora quattro anni, Cuofano si appresta a tornare alle urne il prossimo anno. Dopo per l’Agro si prospetta una nuova stagione di conquiste e ritorno ad una centralità politica che certo non può favorire De Luca che non l’ha mai vista, invece di buon occhio in tutta la sua storia prima da segretario provinciale del Pci, poi da sindaco di Salerno e ora da Governatore della Campania.
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