Cstp, si deposita il Piano concordatario con lo spettro del no dei fornitori - Le Cronache
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Cstp, si deposita il Piano concordatario con lo spettro del no dei fornitori

Lo spettro del no dei creditori chirografari accompagnerà questa mattina il presidente del collegio dei liquidatori Mario Santocchio durante il suo viaggio verso il Tribunale fallimentare di Salerno. Già, perché oggi è il giorno del piano concordatario. Questa mattina il documento di 93 pagine con il quale il collegio dei liquidatori del Cstp ritiene di uscire dallo stato di liquidazione e riportare in bonis la società entro i prossimi due anni. Un cammino di risanamento lungo e probabilmente tortuoso. Sullo sfondo, infatti, le posizioni dei creditori chirografari, in primis dei fornitori che, stando a quanto contemplato dal documento, dovranno accontentarsi del 50% della somma complessiva che spetterebbe loro in qualità di credito maturato. A quanto pare alcuni dei fornitori avrebbero già posto il veto sul piano concordatario del Cstp, ritenendo la percentuale accordata troppo bassa. D’altronde, lo stesso Santocchio nei giorni scorsi aveva paventato questa ipotesi, auspicando, al contempo, che non si verificasse. Intanto questa mattina ci sarà il deposito della bozza di piano concordatario con continuità aziendale che passerà al vaglio del giudice delegato Maria Elena Del Forno, sulla cui scrivania dovrebbero approdare anche le memorie dei fornitori. Questi ultimi, nel complesso, vantano, nei confronti della società di mobilità salernitana, la bellezza di 14 milioni di euro. Il debito maggiore è quello che il Cstp ha nei confronti della ditta fornitrice di gasolio, la Saccla: 2 milioni e 156 mila euro: quindi, stando alla percentuale del piano, dovrebbe accontentarsi della metà della somma che le spetterebbe. Segue a ruota Tretola, impresa che si occupa della riparazione di veicoli industriali, che vanta un credito di quasi 800 mila euro, ridotto alla metà. Insomma, le ditte a cui il Cstp deve dei soldi sono tante e nel caso in cui la maggioranza dovesse dire di no sarebbero guai seri. 
A supporto, però, della bontà del piano concordatario c’è anche il parere dell’asseveratore, una certificazione per accedere alla procedura di concordato preventivo, curata dal commercialista Salvatore De Bellis, incaricato dal Cstp. Una relazione dettagliata nella quale vengono analizzate tutte le voci della bozza di piano e in conclusione della quale, De Bellis attesta la «veridicità dei dati aziendali esposti; la fattibilità del piano di concordato nell’ambito della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo e la capacità, attraverso la continuazione dell’attività di procedere al soddisfacimento dei creditori sociali». Basterà tutto questo a convincere i chirografari ad accettare?

 

22 febbraio 2013