- Salernitana senza anima, 5 schiaffi dall’EmpoliPubblicato 9 ore fa
- Coop, altri cinque avvisi di garanzia: coinvolti assessore e consiglierePubblicato 1 giorno fa
- Terremoto, Villani (M5S): Per Comuni provincia Salerno sbloccati fondi post sismaPubblicato 2 giorni fa
- Piero De Luca: “Sorpreso da proposta acquisto ex Tribunale a fini immobiliari”Pubblicato 2 giorni fa
- Fermato il presunto assassino di LettieriPubblicato 2 giorni fa
- Porto di Salerno, 26 clandestini nei containerPubblicato 4 giorni fa
- Disposizioni di Sicurezza covid-19, il richiamo del presidente De LucaPubblicato 1 settimana fa
- Vaccinazioni, Campania al top ma mancano le dosi. De Luca chiama ArcuriPubblicato 1 settimana fa
- Nel nuovo Dpcm ulteriori restrizioni anti CovidPubblicato 1 settimana fa
- La Campania prima regione d’Italia per vaccinazioni: entro martedì quota 13milaPubblicato 1 settimana fa
Crescent,una piscina nel settore della Sist

Andrea Pellegrino
Lì dove doveva nascere un pezzo di Crescent con una parte alberghiera, si è allagato tutto. Da ieri mattina, le immagini descrivono una vera e propria piscina all’interno dei confini del settore 6 del comparto (privato) Crescent. E’ l’area destinata all’ex Jolly Hotel, in possesso della Sist, la società che ha acquisito il diritto di edificare l’ultimo pezzo dell’emiciclo di Bofill. Attualmente è un cantiere fermo. Ed ora perfino allagato e nel più completo abbandono. La restante parte, invece, è completa ed alcune case sono perfino già abitate. L’improvvisata piscina, però, pare non sia una novità. Non fosse altro che una diffida del Comune – che ha portato poi alla sospensione del permesso di costruire – circa un anno fa lanciava già l’allarme, chiedendo alla ditta lo stop dei lavori. Al centro, appunto, problemi di carattere idrogeologico. Tant’è che il cantiere ha dovuto subire, neltempo, anche interventi di messa in sicurezza per arginare la notevole quantità di acqua presente nel sottosuolo. Acqua che è riemersa nelle ultime ore confermando probabilmente le preoccupazioni di tutti. Soprattutto quelle di Italia Nostra e No Crescent che hanno sempre lanciato diversi allarmi sull’edificazione in un’area a rischio idrogeologico e incui si è provveduto alla deviazione del torrente Fusandola. Gli stessi hanno più volte chiesto la revoca di tutte le autorizzazioni.