Crescent:«ecco le misure non rispettate» - Le Cronache
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Crescent:«ecco le misure non rispettate»

Una vittoria Italia Nostra l’ha già raggiunta: Caldoro ha stanziato i fondi per il ripascimento dell’area costiera di Salerno. Quindici milioni di euro per la riqualificazione e salvaguardia della fascia costiera. Insomma anche la Regione Campania si è accorta che la nostra costa non sta messa così bene. Una battaglia da tempo condotta da Italia Nostra e che s’intreccia direttamente con la costruenda Piazza della Libertà e con il costruendo Crescent. Ora l’attenzione dell’associazione ambientalista è tutta concentrata sull’ultima udienza fissata al Consiglio di Stato per il 16 aprile, con la quale si deciderà il destino di quel che definiscono «un condomino privato».
Il mancato rispetto delle misure di salvaguardia, già denunciate alla Capitaneria di Porto, ora approderanno nuovamente a Palazzo Spada, per l’ultimo round. Non c’è nessuno studio meteo marino che attesti l’inesistenza del rischio mareggiata, fanno sapere da Italia Nostra e dal Comitato No Crescent. La mezza luna di Bofill, tra l’altro: «E’ in costruzione sull’originario alveo del torrente Fusandola, triste protagonista dell’alluvione del ’54; si trova a 30 – 40 metri dalla battigia ed utilizza superficie marina edificatoria e spiaggia di Santa Teresa».
Le misure di salvaguardia, spiegano, «devono prevenire alcune azioni ma servono anche a proteggere salvaguardare al massimo grado, l’incolumità delle persone, la sicurezza delle infrastrutture e delle opere pubbliche o di interesse pubblico, l’integrità degli edifici, la funzionalità delle attività economiche, la sicurezza e la fruibilità dei beni ambientali e culturali che ricadono nella fascia costiera». Ed, invece, nella zona si è già verificata «l’alluvione causata dal Torrente Fusandola nel 1954, nonché il recente crollo di parte del settore 2 della piazza della Libertà (circa 12 pilastri), di oltre 6000 metri quadri (oggetto anche d’inchiesta da parte della Procura di Salerno)». Ma non solo. C’è anche il caso della scuola “Barra”. «Come dichiarato dal dirigente comunale, non è oggetto di alcun monitoraggio, eppure il dirigente scolastico ha posticipato l’inizio dell’anno scolastico, per cause non rese note». All’epoca si parlò di un allagamento, poi smentito dai vertici scolastici e comunali. Inoltre, proseguono, «si sta verificando un repentino aumento del livello di falda dell’area. Il Comune ha approvato una perizia di variante proprio per i “livelli di falda rilevati in corso d’opera, maggiori dei corrispondenti riscontrati all’epoca della progettazione”». Infine l’effetto diga «dimostrato con perizie giurate del geologo, anche in riferimento alla mancata realizzazione dei pali del Crescent in luogo dei realizzandi diaframmi, in violazione dei pareri dell’autorità di bacino e del mancato drenaggio realizzato per la totalità dello sviluppo del fabbricato». E’ chiaro, secondo Italia Nostra e No Crescent, che «le misure di salvaguardia hanno una importanza inderogabile, in attesa dell’approvazione del piano definitivo, noto come piano stralcio delle coste».

 

22 marzo 2013