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Crescent, “violati gli ordini del Consiglio di Stato. Si blocchi tutto”
Italia Nostra e il Comitato No Crescent ora non hanno dubbi: «Bisogna fermare tutto il cantiere». Due le motivazioni. La prima che, secondo gli esponenti dell’associazione ambientalista e del comitato, «sono state violate le disposizioni del Consiglio di Stato», sulla sospensione dei lavori al settore 1. La seconda che, il blocco dei lavori riguarda il permesso numero 6/2012, accorpato successivamente con il 7/2012, formando così un unico atto che assorbe più settori. La diffida è stata già protocollata a Palazzo di Città ed è indirizzata al sindaco De Luca e al responsabile del servizio di trasformazione urbanistica del Comune di Salerno ma tra qualche giorno un corposo dossier, con la medesima denuncia, approderà anche alla Procura di Salerno.
«Le associazioni che si oppongono al Crescent nella diffida consegnata al Comune hanno denunciato il superamento della quota strada del settore 1 del semicerchio, limite questo imposto dal Consiglio di Stato con le ordinanze dello scorso ottobre. La gravità di tale superamento di quota ha rilievo in ambito amministrativo ma anche in sede penale poiché è stato violato un ordine di un giudice. Tale abuso edilizio si riverbera dunque sull’intero complesso edilizio», dicono, sostenendo, inoltre che: «Nella nota si è evidenziato che il Comune, per i cinque settori della mezzaluna di Bofill, aveva rilasciato due distinti permessi di costruire (n.7/2011 e n.6/2012). Successivamente, in variante, l’ente comunale ha accorpato l’intervento edilizio in unico Permesso con numero 7/2012».
«A questo punto – sostengono le associazioni ambientaliste- i lavori vanno fermati “in toto” e va verificato se sono state commesse ulteriori violazioni. Peraltro, non si può non considerare che il Consiglio di Stato, con la recente ordinanza n.203/2013, ha sospeso le opere nel settore 1. Viene da chiedersi -affermano le associazioni contrarie al Crescent-: vi sono organi comunali che controllano il territorio cittadino? La diffida verrà inoltrata, con corposo dossier che comprende anche perizie, alla Procura della Repubblica».