Crescent, tempi incerti per la sentenza. Italia Nostra si gioca la carta del Fusandola - Le Cronache
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Crescent, tempi incerti per la sentenza. Italia Nostra si gioca la carta del Fusandola

Italia Nostra e No Crescent sperano di aver trovato un giudice a Berlino. Ieri a Palazzo Spada la giornata più lunga per l’associazione ambientalista salernitana e per le parti in causa (Comune e società Crescent), ma per conoscere il destino del Crescent di Salerno occorrerà ancora attendere. Almeno fino a quando i giudici amministrativi non pronunceranno il loro definitivo verdetto sulla mezza luna di Bofill. Si parla anche di settimane, in considerazione della corposa documentazione presentata, compresi i grafici e le relazioni tecniche. L’ultima fase, però, si è già avviata, seppur i tecnici e i legali di Italia Nostra e del No Crescent, già vanno oltre ed annunciano prossime battaglie.  I tempi non sono certi sulla pronuncia dei giudici, ma comunque vada, dicono gli avvocati Oreste Agosto e Pierluigi Morena di Italia Nostra: «Siamo soddisfatti per il lavoro fino ad ora svolto ed attendiamo con serenità il verdetto. Abbiamo prodotto dati oggettivi, perizie e documenti. Tutto ciò che possa far decidere con estrema cura i giudici».
A quanto pare, anche ieri mattina non sono mancati i colpi di scena. I legali di Comune e Crescent (Brancaccio, Clarizia e Lentini), infatti, secondo la cronaca dell’intensa giornata, avrebbero voluto evitare il dibattimento, affidando il tutto alle sole memorie conclusive depositati agli atti.  Ma, il successivo intervento di Italia Nostra avrebbe dimostrato la necessità di una discussione anche alla luce delle novità comunicate proprio dall’avvocato Agosto. 
Insomma, nonostante tutto l’udienza, con tanto di dibattimento si è tenuta con l’ultima arringa degli appellanti. 
Le novità. Rispetto agli atti presentati negli ultimi mesi, l’attenzione si è spostata al torrente Fusandola e la sua – secondo Agosto e Morena – mancata sdemanalizzazione. In pratica, il corso d’acqua che fu triste protagonista dell’alluvione del ’54, nonché sottoposto a vincolo. ed infine deviato per consentire la realizzazione della piazza della Libertà, potrebbe «ritornare demaniale». «La sdemanalizzazione non c’è stata», hanno affermato i legali che spiegano: «C’è una concessione temporanea che scade a settembre. Dunque tra qualche mese quell’area ritornerà demaniale, con tutte le conseguenze del caso». E non solo. «Abbiamo mostrato – dicono – delle gigantografie per dimostrare l’effetto dell’ecomostro e abbiamo dimostrato come sia stato irresponsabile da parte del Comune di Salerno far proseguire l’opera, nonostante le ultime disposizioni del Consiglio di Stato». L’altro dato, infatti, sollevato da Italia Nostra sarebbe stata la clausola risarcitoria sottoscritta dal Comune nei confronti della società che sta realizzando la struttura di?Santa?Teresa.  «La nostra battaglia non si ferma qui – sostengono da Italia Nostra e No Crescent – ora confidiamo nella giustizia, sperando di aver trovato un giudice a Berlino»