Crescent sequestrato: realizzato abusivamente. Avvisi di garanzia per 21 - Le Cronache
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Crescent sequestrato: realizzato abusivamente. Avvisi di garanzia per 21

Crescent sequestrato: realizzato abusivamente. Avvisi di garanzia per 21

di Andrea Pellegrino

Sono stati convocati ad uno ad uno nella stanza del sindaco ma De Luca non c’era. Ieri mattina i carabinieri del comando provinciale hanno notificato a 21 persone, altrettanti avvisi di garanzia, successivamente al provvedimento di sequestro preventivo del Crescent, disposto dal gip del tribunale di Salerno Donatella Mancini. Nell’elenco c’è anche il sindaco-viceministro Vincenzo De Luca che compare insieme agli assessori (presenti e passati), tecnici e funzionari della Soprintendenza di Salerno. Un provvedimento della Procura di Salerno nel mentre s’attendono ancora le decisioni dei giudici di Palazzo Spada, dopo l’ultima udienza celebratasi oltre un mese fa. Il Pua, i permessi a costruire e le autorizzazioni paesaggistiche, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Salerno che da tempo tiene alta l’attenzione sull’intero cantiere di Santa Teresa. Ma questa volta ad essere colpito è stato proprio il Crescent, opera privata realizzata dalla Rcm. Alla base ci sarebbe, secondo i pm, una sospetta accelerazione dei tempi da parte dell’allora esecutivo comunale e dei tecnici al fine di consentire la realizzazione dell’edificio privato, nonché il silenzio assenso del 2008 sull’opera della Soprintendenza di Salerno. Tra gli iscritti sul registro degli indagati c’è infatti Eugenio Rainone, amministratore delegato della Crescent Srl. Per lui l’accusa è occupazione di terreni e deturpamento ed imbruttimento di cosa altrui, nonché responsabilità dell’avvio dei lavori, in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale in assenza delle autorizzazioni paesaggistiche e ambientali. Una posizione, quest’ultima, contestata anche all’amministratore della società titolare dell’ex Jolly Hotel, Maurizio Dattilo, responsabile, sempre secondo la Procura, di aver avviato di demolizione dell’hotel in zona sottoposta a vincolo. Per gli amministratori e tecnici, invece, l’accusa contestata dai pubblici ministeri Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, titolari dell’inchiesta, è a vario titolo d’abuso ufficio e falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale. Quindi oltre a De Luca (assistito dagli avvocati Paolo Carbone e Antonio Brancaccio), destinatari dell’avviso di garanzia sono stati: l’ex soprintendente di Salerno Giuseppe Zampino e l’attuale dirigente, l’architetto Giovanni Villani. Ancora il vicesindaco Eva Avossa, gli assessori Luca Cascone, Gerardo Calabrese, Enzo Maraio, Mimmo De Maio, Ermanno Guerra, gli ex assessori Augusto De Pascale, Luciano Conforti e Nello Fiore; l’ex dirigente comunale (oggi in servizio presso l’amministrazione provinciale) Lorenzo Criscuolo e gli attuali tecnici Bianca De Roberto, Davide Pelosio, Matteo Basile; ci sono, inoltre, Anna Maria Affanni (ex soprintendente Bap di Salerno, anno 2008), Nicola Gentile e Maurizio Dattilo, amministratore unico della società Sviluppo immobiliare Santa Teresa.

Le motivazioni del Gip. «La libera disponibilità dell’opera, dei lotti funzionali e delle aree di sedime, consentendo la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’imponente opera pubblico – privata in assenza di autorizzazione paesaggistica, di progettazione e di realizzazione, può agevolare la commissione di altri illeciti». Queste tra le motivazioni che hanno portato il Gip Donatella Mancini a disporre il sequestro preventivo di tutti i lotti funzionali del Crescent in corso di realizzazione nonché delle aree di sedimi su cui è prevista la realizzazione dell’edificio. Per il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno la prosecuzione dell’opera potrebbe consentire, tra l’altro, il frazionamento e la compravendita degli immobili residenziali, accentuando così «gli effetti dannosi delle violazioni sotto il profilo urbanistico ed ambientale». Ma non solo: sull’edificio penderebbe anche il reato di “lottizzazione abusiva” che comporterebbe la “confisca obbligatoria dell’area e delle opere abusivamente realizzate”. Accusa che, sempre per il Gip, potrebbe apparire fondata in considerazione dell’edificazione incompatibile con le norme del vigente Piano regolatore generale.