di Andrea Pellegrino Alle ore 12,00 di ieri mattina il Soprintendente di Salerno Gennaro Miccio aveva prodotto e trasmesso il parere sul Crescent. Tecnicamente ha espresso un preavviso di diniego, segno che – così come anticipato ieri mattina su queste colonne – ci sono prescrizioni, osservazioni ed aggiustamenti che il Comune ed i privati dovranno fornire prima di esprimere il via libera o meno alla mezza luna di Bofill. Entro i termini previsti, così come annunciato nei giorni scorsi, il Soprintendente che ha gestito di suo pugno la vicenda ed ha emesso il suo primo atto. Al centro ci sono le volumetrie della mezza luna di Bofill che dovranno essere riviste. Si parla, dunque, di un possibile ridimensionamento della struttura che dovrà ora essere rivista, secondo le indicazioni del Soprintendente, prima di ritornare negli uffici preposti di via Tasso. Il tutto mentre potrebbe arrivare il supporto richiesto dallo stesso Miccio agli uffici della direzione regionali ed a quelli ministeriali. Entro un termine previsto, gli uffici comunali ma anche i privati interessati potranno fornire le loro osservazioni o controdeduzioni. Dunque se da un lato di prende tempo, dall’altro si ha sempre meno la certezza che il Crescent possa essere realizzato così come previsto dal progetto madre. Ad essere sacrificate dovrebbero essere le due Torri, quella dei servizi a carico del Comune e l’altra che sarebbe dovuta diventare la nuova sede dell’Autorità portuale di Salerno. Un sacrificio che – in fin dei conti – non dovrebbe essere tale, considerata la poca disponibilità di cassa da parte del Comune di Salerno nel realizzare la torre di sua competenza e l’ultimo disinteresse (anche in considerazione delle novità urbanistiche riguardo agli edifici circostanti) da parte dell’Authority guidata da Andrea Annunziata che già mesi fa aveva annunciato una revisione del progetto, annusando poi tra l’altro anche il rischio di mancata erogazione dei finanziamenti europei previsti per la nuova sede. Cosa ben diversa se le prescrizioni – o meglio la riduzione di volumetria – dovessero riguardare i settori del Crescent. Da risolvere c’è il nodo Sist, la società aggiudicataria dei diritti edificatori dell’emiciclo nella porzione dove un tempo sorgeva il Jolly Hotel. Al momento, della società non si hanno notizie ed abbastanza oscura è la volontà o meno di proseguire – meglio ancora, di iniziare – l’opera di sua competenza. D’altronde a quanto pare, benché aggiudicataria di diritti edificatori, la Sist compare poco o niente nei vari procedimenti amministrativi. Ma le eventuali prescrizioni potrebbero riguardare, anche Piazza della Libertà. Ma non solo. Sotto il profilo amministrativo, si aprirebbe una nuova procedura per ridefinire, secondo le direttive della Soprintendenza, il nuovo Pua di Santa Teresa, nel mentre lo stesso atto del Soprintendente potrebbe essere oggetto di un nuovo contenzioso amministrativo. Nei prossimi giorni l’intenzione del Soprintendente, però, potrebbe essere più chiara ed ufficializzata.
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