Crac dei fratelli Calluori, sigilli a beni e quote societarie - Le Cronache
Attualità Primo piano Salerno

Crac dei fratelli Calluori, sigilli a beni e quote societarie

Crac dei fratelli Calluori, sigilli a beni e quote societarie

di Pina Ferro

Bancarotta fraudolente e danno patrimoniale: sequestrati beni immobili, quote societarie e rapporti bancari agli imprenditori salernitani Fabio e Nicola Calluori, operanti nel settore edile e nella gestione di strutture ricettive. Il sequestro operato dalle Fiamme gialle ammonta a 1.758.558, 72 euro. L’operazione è stata portata a termine a seguito di una attività investigativa effettuata dai finanzieri su disposizione del sostituto procuratore Angelo Rubanò del Tribunale di Nocera Inferiore. A firmare il decreto di sequestro è stato il giudice per le indagini preliminari Danise. In particolare, i militari a seguito di un’indagine hanno accertato la commissione di reati fallimentari da parte di Fabio e Nicola Calluori, industriali di Salerno attraverso la società fallita Archi Glass Service srl., la Faro srl, la Fram srl. e la Fodesa Srls quest’ultima già riconducibile alla famiglia Forino, sul cui suolo fu edificata la struttura alberghiera “Hotel dei Principati” amministrata dagli indagati le cui vicende furono già oggetto di approfondimento nell’ambito di indagini svolte dalla direzione distrettuale antimafia di Salerno sulla base, tra l’altro, di dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Antonio e Rosario Forte, riscontrate da successive acquisizioni documentali, che tuttavia all’epoca non si concretizzarono in specifiche imputazioni a causa del decorso della prescrizione. Nel corso delle indagini culminate nell’adozione dei provvedimenti di sequestro è stato accertato in particolare che Fabio Calluori e Nicola Calluori, il primo liquidatore ed il secondo socio ed amministratore di fatto della società fallita – beneficiaria di un contributo ministeriale complessivo di 1.821.431,82 euro per un progetto da realizzarsi in collaborazione con un dipartimento universitario – al fine di procurarsi un ingiusto profitto e comunque di recare pregiudizio ai creditori, distraevano liquidità dall’attivo fallimentare effettuando versamenti in favore delle altre società con diverso oggetto sociale rientranti nella loro sfera di controllo. Oltre al denaro oggetto di detti versamenti, venivano distratte dall’attivo fallimentare attrezzature e beni materiali, il cui totale ammonta a 1 . 7 5 8 . 5 5 8 , 7 2 euro. Gli elementi raccolti durante le indagini hanno comprovato la mancata destinazione dei fondi ricevuti al fine prestabilito facendo perfezionare, oltre la bancarotta fraudolenta, il reato di malversazione ai danni dello Stato.