Crac Banca Etrusca: in Appello assolto Salvatore Memoli - Le Cronache
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Crac Banca Etrusca: in Appello assolto Salvatore Memoli

Crac Banca Etrusca: in Appello assolto Salvatore Memoli

Assolto con formula piena dall’accusa di bancarotta fraudolenta sopportata con dignità e intima sofferenza per quasi venti anni. Così scrive Salvatore Memoli sulla sua pagina Facebook nella serata di ieri quando ha saputo questa importante notizia per lui. “Sono emozionato e non ho parole da aggiungere – ha dichiarato – non mi sento di dire niente se non un pensiero a chi non c’è più”. Poi si rivolge a chi ha fatto giustizialismo e barbarie dicendo di perdonare tali atteggiamenti. Tra le barbarie sicuramente il pensiero va a Vincenzo De Luca e al gruppo politico da lui presieduto; non ha dimenticato quel volgare ed inopportuno manifesto che fecero affiggere in città con su scritto “Condannato”. Sono passati vent’anni ma Memoli finalmente può gioire e vendicarsi come solo lui sa fare, con un atto di perdono e di indifferenza verso chi ha voluto il suo male: “Deve avere tanto bene” – questa la sua frase. Il 4 settembre 1998 la Banca Etrusca, l’istituto di credito salernitano con sede a Fratte, che chiuse i battenti con un buco di oltre 8 miliardi delle vecchie lire. Era il febbraio 2011 quando i giudici della prima sezione penale del tribunale di Salerno, contrariamente a quanto chiesto dallo stesso pubblico ministero Vincenzo Senatore che, al termine della sua requisitoria aveva chiesto 11 assoluzioni ed una sola condanna, non fecero sconti a nessuno. La pena più alta fu comminata a Salvatore Memoli, finito nel mirino della Procura in qualità di ex presidente del Cda dell’Etrusca che, proprio grazie a Memoli, riuscì a diventare da cassa di mutualità una vera e propria banca, con tanto di sportello a Fratte. Memoli, assistito dall’avvocato Carmine Giovine, fu condannato a a3 anni ed 8 mesi di reclusione nonostante per lui il pubblico ministero avesse chiesto l’assoluzione per l’ipotesi di reato di bancarotta per distrazione e l’assoluzione perché il fatto non sussiste per l’ipotesi di reato di bancarotta documentale. Per il sostituto procuratore Vincenzo Senatore non reggeva l’accusa di bancarotta fraudolenta che doveva essere configurata come bancarotta semplice su cui subentrava la prescrizione. Poi ieri la sentenza di Appello che assolte Memoli da ogni responsabilità. m.c.