Corte dei Conti: «A rischio i bilanci futuri». De Luca: "Aumentiamo i tributi" - Le Cronache
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Corte dei Conti: «A rischio i bilanci futuri». De Luca: “Aumentiamo i tributi”

Corte dei Conti: «A rischio i bilanci futuri». De Luca: “Aumentiamo i tributi”

di Andrea Pellegrino Sessanta giorni di tempo per ripristinare gli equilibri di bilancio (del 2012) e diffida all’organo di revisione dei conti alla compilazione e all’invio dei dati relativi all’esercizio finanziario 2013, nonché ad un’attenta vigilanza dei conti comunali. La Corte dei Conti ha posto il suo ultimatum all’amministrazione comunale di Salerno. Decorsi i termini, farà da sé. Ossia con l’intervento del Prefetto. Da rifare c’è il consuntivo 2012, passato sotto l’attenta lente d’ingrandimento dei giudici contabili che hanno respinto le controdeduzioni all’accertamento, presentate dal responsabile dell’ufficio economico Luigi Della Greca e dallo stesso sindaco Vincenzo De Luca, presentatosi anche in audizione. Ma nulla da fare per la Corte che ha ribadito la persistenza delle criticità al bilancio comunale, sollecitando l’organo di revisore contabile a trasmettere i dati riferiti al 2013. In questa circostanza ci sarebbe anche una ulteriore nota a firma dei consiglieri comunali d’opposizione che avrebbero segnalato l’errore su un parametro di deficitarietà strutturale, riguardo i debiti fuori bilancio, considerato nella norma per i funzionari dell’ente a dispetto delle considerazioni tecniche eccepite in consiglio comunale da alcuni consiglieri di minoranza. Se fosse accertato, il Comune si avvierebbe verso lo stato di “deficitarietà” con tutte le conseguenze del caso. Ma per la Corte il rischio di “deficitarietà strutturale” sarebbe già evidente. Il Comune, infatti, non sarebbe in grado di garantire il pareggio di bilancio con entrate proprie, bensì con proventi straordinari. Ciò minerebbe la struttura dei successivi esercizi finanziari. Al vaglio c’è l’esercizio finanziario 2012 che con i correttivi dovrà approdare nuovamente in aula consiliare entro i prossimi due mesi. Le criticità permangono sulle società partecipate e miste, per le quali la Corte avrebbe chiesto la formazione di un apposito fondo per ripianare le perdite. Altre criticità riguarderebbero i residui attivi non riscossi che si avvierebbero verso l’inesigibilità. In tal senso la giustizia contabile avrebbe chiesto la costituzione di un fondo di svalutazione crediti. Tra società e residui l’amministrazione comunale, in pratica, dovrebbe accantonare una cospicua somma di denaro (si parla di diversi milioni di euro) per mettere in sicurezza gli esercizi finanziari futuri dell’ente, e quindi le casse comunali. L’attenzione più forte dai parte dei giudici contabili sarebbe tutta proiettata verso le municipalizzate, le miste ed i consorzi. «Si evidenzia – scrivono nella relazione – che il rispetto del principio del pareggio di bilancio, cui va ispirata la gestione dei consorzi, va garantito non soltanto sul piano formale, mediante gli atti di programmazione (bilancio preventivo economico annuale 2011 e bilancio pluriennale 2011/2013), ma anche sul piano sostanziale, mediante una gestione che non conduca a uno squilibrio strutturale a consuntivo, quale quello che sembrerebbe emergere dalla circostanza (non smentita allo stato degli atti) di reiterate perdite d’esercizio consortili (per il solo Consorzio Farmaceutico Intercomunale: € – 1.111.104,00 nel 2010; € – 367.772,00 nel 2011; € – 204.306,00 nel 2012) Va, in proposito, evidenziato che i consorzi devono conformare la propria ”attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità” e che i fatti di gestione da cui sono scaturite le perdite devono essere fatti oggetto di attenta e accurata analisi da parte del Comune, considerato che la partecipazione a un consorzio dovrebbe, “in primis”, consentire il conseguimento di economie di scala, al fine di abbattere i costi. Non è pertanto sufficiente la verifica del rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza da parte del consorzio, limitata al momento del ripiano dei disavanzi, considerato che la funzione di vigilanza e di controllo spettante al Comune va costantemente esercitata dalla struttura amministrativa dell’ente, sulla base del contratto di servizio, al fine di verificare che l’attività consortile sia correttamente impostata e finalizzata ad implementare gli indirizzi e le direttive formulate dal Consiglio comunale. Va, inoltre, rilevato che l’esame delle deduzioni non ha consentito di chiarire le modalità di copertura finanziaria delle passività derivanti dal ripiano dei disavanzi e, in particolare, se le stesse fossero finanziabili, fin dalla loro emersione, con mezzi ordinari ovvero se si sia reso necessario attivare un’ulteriore entrata». Ora l’Ente, oltre a comunicare la relazione al Consiglio comunale avrà poco tempo per recuperare ingenti somme di denaro per riequilibrare i conti. Ma nel contempo la relazione è stata trasmessa anche alla Procura della Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali responsabilità.

 

DE LUCA: “AUMENTIAMO I TRIBUTI”. La soluzione prospettata dal sindaco è aumentare le “base imponibile dei tributi”. Insomma le aliquote di Tarsu, Ici e dell’Imu. Nonché implementare le attività di recupero, con l’indizione di una “gara per l’affidamento della riscossione coattiva”. Questo emerge da uno dei passaggi della relazione della Corte dei Conti: «Sia in sede di deduzioni sia in adunanza pubblica, il sindaco e il responsabile del settore Ragioneria hanno prospettato l’avvio di iniziative volte a incrementare, da un lato, ulteriori entrate straordinarie (assegnazione di aree dei Peep ai soggetti assegnatari previste per il 2015; alienazioni; cessione di partecipazione azionaria), dall’altro, a conseguire un equilibrio strutturale mediante il sopra richiamato ampliamento della base imponibile dei tributi Tarsu ed Ici, l’incremento delle aliquote dell’Imu, l’indizione di una gara per l’affidamento della riscossione coattiva, oltre che mediante l’adozione di misure di riduzione della spesa corrente (in particolare, riduzione del costo del personale con blocco del turn-over) e dei costi di gestione delle società partecipate (individuazione dell’amministratore unico al posto del consiglio di amministrazione; monitoraggio dei debiti/crediti tra ente locale e organismi partecipati per ridurre il disallineamento)».