Corisa 2, una bomba ad orologeria. No allo spacchettamento dei servizi - Le Cronache
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Corisa 2, una bomba ad orologeria. No allo spacchettamento dei servizi

Il Corisa 2 è una bomba ad orologeria. Il countdown è partito e l’ordigno pronto ad esplodere. Dicono no allo spacchettamento dei servizi e alla loro privatizzazione. L’ennesimo cronometro è entrato in funzione ieri mattina, quando i dipendenti del Corisa 2 hanno occupato (pur consentendo l’espletamento delle attività lavorative in maniera regolare) la sede societaria di via De Bartolomeis. Sullo sfondo una nota di sollecito da parte del direttore generale di EcoAmbiente, Gianluca De Santis, protocollata ieri mattina al Corisa, e datata 5 aprile, in cui viene richiesto (a seguito della prima nota, protocollata lo scorso 29 marzo ma rimasta senza risposta) di sapere quanti lavoratori assumere in carico per la gestione dei siti ed impianti post mortem, passati nelle mani di EcoAmbiente. Senza riscontro (la scadenza per la risposta era prevista proprio per ieri mattina), i vertici della società provinciale avrebbero provveduto  direttamente alla riorganizzazione del personale presente su tutti gli impianti affidati dalla Provincia di Salerno, al fine di garantire il corretto svolgimento dei servizi.
Ma i lavoratori non ci stanno: la situazione dei Consorzi è altamente traballante. Quello che sarà il destino degli operai dal 30 giugno in poi è sconosciuto e per questo chiedono di sapere di “che morte morire”. Sulla scorta della corrispondenza tra EcoAmbiente e Corisa, i dipendenti pretendono l’assorbimento, da parte della società provinciale e proprio alla luce della gestione dei siti post mortem, in precedenza in capo ai Consorzi, dell’intero personale. Di tutti e 396 lavoratori a far data dal prossimo primo maggio.
Inutile è stata l’attesa, da parte dei dipendenti in via De Bartolomeis, del commissario del Corisa 2, Giuseppe Corona che pure era stato dato in arrivo.
La rabbia è tanta, le accuse nei confronti delle istituzioni e del vertice del Consorzio sono pesanti.
«Tutti i dipendenti – si legge nel documento stilato dai lavoratori – dislocati nei vari cantieri dei Comuni sono maestranze lavorative in forza al Corisa2 e non possono essere assolutamente oggetto di separati accordi economici con chicchessia e a nessun titolo. Gli scambi di favore non possono e non devono essere nelle istituzioni. Per questo siamo in assemblea permanente: impediremo con determinazione il saccheggio della legalità». 
«O tutti o nessuno- afferma Vito Coiro – Basta passaggi parziali a società provinciali fuori da ogni regola e guai a parlare di esuberi. Noi chiediamo la ricollocazione in toto di tutto il personale. Solo la costituzione di una società in house potrà salvare il ciclo dei rifiuti dalle mani della camorra».
Ancor più duro il commento di Alfredo Frasca della Fiadel: «Le strade che si intraprendono in questo modo sono due: o ci mandano in mano alla camorra o ci mandano in mano ai privati. Ci spiegassero perché sono sempre le stesse ditte ad occuparsi dei servizi».
«Il Consorzio è pubblico – afferma Adele Donnabella della rsu Cgil – e tale deve restare. La nostra protesta andrà avanti fino a quando EcoAmbiente non ci assorbirà tutti a partire dal primo maggio».
Sempre ieri, all’isola ecologica di Fratte, alcuni dipendenti hanno minacciato di darsi fuoco. 

 

9 aprile 2013