“.…..I revisori dei conti non hanno elementi per poter esprimere un parere di regolarità amministrativo contabile” Con questa semplice frase a pagina 10 delle 11 di cui è composto il verbale 2020/003 denominato “Analisi Conto Consuntivo” i revisori bocciano il bilancio del Convitto Nazionale Torquato Tasso di Salerno già al centro di altre bufere sia giudiziarie che della Corte dei Conti. A pesare sul convitto anche una pesante cartella esattoriale, mai rottamata, di circa 180mila euro e una serie di rilievi che farebbero tremare i polsi a chiunque. La Corte dei Conti ha già assolto in primo grado l’ex dirigente scolastico De Gemmis dall’accusa più grave, quella cioè di aver redatto atti che prevedevano l’incasso ad personam di benefici, ma tutto continua a ruotare sulla vendita di alcuni terreni nel territorio comunale di Angri. Il Convitto Nazionale non è un ente commerciale, non deve trarre profitti dai propri beni, che anzi, facendo indirettamente capo al MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) possono essere assimilibabili ai beni demaniali pubblici e quindi non soggetti né ad Iva né ad Ires, cosa che invece nel 2010 fu chiesta provocando altri danni erariali alle casse del Convitto. Per la vendita di quei terreni, però, non fu fatta nessuna asta, non fu trovato il miglior offerente, ma anzi furono alienati con atto preliminare del notaio Tommaso D’Amaro il 5 marzo 2011 (prima dell’arrivo di De Gemmis) al Consorzio Cedil di Napoli. Il timbro per conto del Convitto parla invece del Rettore, Ciro Pascarella che in quel periodo era assente per gravi motivi di salute e l’atto invece porta come parte alienante il professore Claudio Naddeo oggi dirigente scolastico facente funzione proprio del Convitto Nazionale e sostituto in quella vicenda di Pascarella come si evince chiaramente dalle firme in calce all’atto notarile. A questo punto assumono un valore ben più grave le parole di De Gemmis dopo la sentenza della Corte dei Conti quando affermava: “….io firmavo atti preparati da altri”. Ma c’è di più. Sui terreni demaniali del Convitto, che non possono essere alienati o locati se non con procedure particolari, ad Angri, vi era un progetto Peep (piano di edilizia economica e popolare) fin dal 2003 e denominato Satriano e il valore chiaramente poteva essere molto più alto perché la ditta acquirente era sicura della concessione edilizia che avrebbe ricevuto da li a poco dal Comune di Angri. Insomma una storia davvero da chiarire dove terreni pubblici vengono trattati come suoli privati, dove, secondo i revisori dei conti alcune scuole annesse al convitto non hanno neanche il codice fiscale, dove nessuno controlla e si mette sotto accusa il dirigente scolastico ma gli atti più importanti li firmano altri. Come in tutti i Comuni, quando il bilancio viene bocciato il sindaco decade e si torna a votare. Cosa farà ora l’ufficio scolastico regionale e lo stesso Ministero? A parte le ispezioni che sicuramente arriveranno, una gloriosa istituzione scolastica potrà correre il rischio di essere chiusa perché qualcuno ha travalicato il suo ruolo? A questo punto tutti si aspettano di capire e ufficio scolastico regionale e MIUR dovrebbero sollevare il coperchio per capire cosa è realmente successo.
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