Condannata la vecchia Giunta, sentenza della Corte dei Conti: 66mila euro a testa - Le Cronache
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Condannata la vecchia Giunta, sentenza della Corte dei Conti: 66mila euro a testa

Condannata la vecchia Giunta, sentenza della Corte dei Conti: 66mila euro a testa

di Andrea Pellegrino Arrivano le condanne per l’ex giunta De Luca che approvò la stabilizzazione di undici precari (effettivamente 9) nel 2008. La Corte dei Conti si è pronunciata rispetto all’inchiesta contabile che inizialmente aveva portato il primo febbraio del 2013 anche al sequestro dei beni ad amministratori, ex assessori e dirigenti comunali da parte della procura regionale per la Campania. Il danno erariale di 851 mila euro ipotizzato in sede di giudizio è stato decurtato di 255 mila euro per «effetto delle prestazioni rese dai lavoratori». Totale 596 mila euro. Così dovranno pagare 66mila euro circa ciascuno gli assessori Eva Avossa (difesa dagli avvocati Ivana e Ruggiero Musio), Gerardo Calabrese, Domenico De Maio, l’ex assessore Luciano Conforti, l’ex assessore ed attuale consigliere comunale Augusto De Pascale (difeso dall’avvocato Oreste Agosto), i consiglieri regionali (ex assessori) Franco Picarone e Luca Cascone (assistito dall’avvocato Marcello Fortunato) e gli ex dirigenti comunali Gennaro Caliendo e Giuseppe Ientile. Assolti, invece, gli ex dirigenti comunali Carmelo Della Greca e Luigi Criscuolo. Quest’ultimo ha assunto il ruolo di direttore del settore personale solo a far data dal 31 dicembre 2010, non partecipando alla procedura contestata. Il procedimento parte da una denuncia dell’ex consigliere comunale Fausto Morrone che aveva contestato alla procura della Corte dei Conti la delibera numero 813 della giunta municipale di Salerno (l’allora sindaco Vincenzo De Luca era assente alla seduta) con la quale si trasformava il rapporto di lavoro di undici, poi nove, collaboratori. Si tratta di Corrado Marino, Gaetana Pinto, Marcello Sansone, Carla Gatto, Teresa Verzola, Pasquale Di Feo, Ruggiero Petrella, Anna Fiore e Rosaria Lo Iudice. «Una stabilizzazione che non si poteva attuare», per Morrone e per la Corte dei Conti ora, «perché alla base mancano i presupposti». Alcuni degli “stabilizzati” infatti erano collaboratori esterni anche non alle dirette dipendenze del Comune. Come alcuni che sono risultati essere all’interno dell’equipe dell’architetto Bohigas (a sua volta consulente esterno del Comune, incaricato per la redazione del Prg) o in “servizio” presso il teatro comunale Verdi. Per la Corte dei Conti la delibera di giunta numero 813, «non è stato un mero atto di indirizzo per l’attivazione di generiche procedure selettive finalizzate alla stabilizzazione di precari ma è stato proprio l’atto deliberativo che ha funto da presupposto determinante ai fini dell’assunzione dei lavoratori». La procura contabile aveva eccepito inoltre che «la delibera di Giunta non ha previsto alcune procedura comparative, quindi in palese violazione dei principi concorrenziali alla base delle selezioni del personale nella Pubblica Amministrazione». Quindi – proseguono i giudici contabili – «si è trattato di grave ed inescusabile colpa dell’amministrazione comunale quella di spacciare per rapporti di lavoro subordinato le collaborazioni con la Pubblica Amministrazione, al fine di consentire la stabilizzazione». I legali ora annunciano già ricorso in appello.