“Comune decida cosa fare del centro agro alimentare o si rischia fallimento” - Le Cronache
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“Comune decida cosa fare del centro agro alimentare o si rischia fallimento”

“Comune decida cosa fare del centro agro alimentare o si rischia fallimento”

di Erika Noschese

Un consorzio a gestione pubblico privata per evitare il fallimento del centro agro alimentare di Salerno. È la proposta avanzata da Sabato Pecoraro, presidente del Consorzio Qualità Salerno del centro agro alimentare, dopo l’incontro tenutosi – nei giorni scorsi – tra il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’assessore al Commercio Dario Loffredo ed il direttore del Centro Agro-Alimentare di Salerno Maurizio Durante per discutere delle problematiche del Centro, evidenziate nel corso dell’incontro, avvenuto quindici giorni fa a Palazzo di Città. Innovazione, ristrutturazione, nuova gestione e nuovo regolamento, sono stati questi i temi di confronto sui quali il sindaco Napoli ha pienamente concordato con i Commissionari condividendo le impellenti necessità di riammodernamento della struttura ed una nuova logistica che porti il Centro alla pari con le identiche realtà del Centro Sud. L’assessore Loffredo ha annunciato, che presto sarà istituita una Commissione composta da rappresentanti delle Cooperative di Facchinaggio e dagli Operatori Commissionari, al fine di affrontare e risolvere le problematiche urgenti che investono quotidianamente il lavoro all’intero dell’area mercatale. Presidente, nei giorni scorsi l’incontro con l’amministrazione comunale per trovare una soluzione alle problematiche rappresentate. Quali sono le priorità, ora? “Sicuramente la struttura è in fase decadente e necessita di una sistemazione, in questo senso; poi, sono diversi anni che abbiamo chiesto all’amministrazione comunale l’installazione di pannelli fotovoltaici per rendere l’impianto green e quindi una ristrutturazione generale dell’ambiente. Due anni fa, abbiamo fatto un incontro a livello nazionale per quanto riguarda la logistica all’interno dei mercati ortofrutticoli e, in quell’occasione, sono intervenuti docenti universitari di Padova, i direttori dei mercati di Reggio Emilia e Cesena, approfondendo la tematica della logistica interna ai mercati: oggi noi viviamo nell’epoca del servizio con Amazon che – in poche ore – consegna la merce fino a casa mentre noi abbiamo i carrettini sospesi per trasportare la merce ai nostri clienti. E’ un discorso di organizzazione interna alla struttura, capire cose vuol fare l’amministrazione comunale del centro agro alimentare perché così come adesso abbiamo poca vita, non riusciamo a gestire nulla perché è l’amministrazione ad essere proprietaria e in questo momento è carente, a causa della mancanza di personale; c’è un blocco nelle assunzioni e questo penalizza anche noi. È una struttura che può dare molto più lavoro; con i tempi moderni, la logistica è veloce, sicura e trattiamo merce a chilometro zero e deperibile in 24 ore, abbiamo vita cortissima su ogni filiera di prodotto. Vogliamo un confronto con la direzione e l’amministrazione per capire se dobbiamo provvedere noi perché ora c’è un “ni” e non si capisce ancora cosa si vuol fare. Tutti i centri agro alimentari sono a gestione pubblico-privata, con una logistica totalmente differente dalla nostra perché noi siamo indietro di 30 anni. Questo mercato, nato nel 2001, era appetibile a tutto il centro sud e oggi ci sono stand chiusi perché non c’è interesse a lavorarci, considerando anche i canoni esosi”. Nei giorni scorsi un secondo incontro con l’amministrazione comunale… “Sì, c’è un’apertura ma è solo questo: noi siamo imprenditori, andiamo sul sodo e non sulle chiacchiere e bisogna approfittare di questo momento, anche con un contributo da parte della comunità europea per attrezzare un po’ l’impianto altrimenti fra 5 anni la struttura rischia; è una Ferrari che cammina come una 500 e in mezzo ci siamo noi che non sappiamo cosa fare perché è il Comune a gestire, a dettare gli orari di carico e scarico, di vendita, si occupa delle concessioni. Serve una svolta immediata”. Anche complice la pandemia, cosa la preoccupa? “Anche in piena pandemia noi abbiamo garantito a tutta la città di Salerno e la sua provincia, oltre che Avellino, il servizio h24; i tempi cambiano, si evolve e noi dobbiamo seguire l’evolversi della situazione come sta facendo il mercato di Polla che era a rischio fallimento ma oggi hanno rinnovato tutto, con una continuità di lavoro”. Per Salerno è fattibile un centro agro alimentare green? “E’ assolutamente fattibile: già per quanto riguarda i carrelli abbiamo quelli elettrici che possono essere potenziati; la struttura potrebbe avere pannelli fotovoltaici che permetterebbe alle aziende di collegarsi con i suoi contatori e sarebbe un servizio positivo per noi e per il Comune”. Facendo i conti con le casse vuote del Comune come pensa si possa intervenire? “Proprio per questo abbiamo chiesto al Comune di farci capire il futuro della struttura; se la politica non è interessata alla struttura o non ha i fondi occorre fare un discorso differente, siamo imprenditori e sappiamo assumerci un rischio, a livello commerciale, insieme agli enti. Stiamo chiedendo di poter fare la nostra parte all’interna della struttura che rischia di morire giorno dopo giorno”. La soluzione sarebbe la gestione pubblico privata? “Si potrebbe fare un consorzio pubblico privato e, ribadisco, non sarebbe una novità considerando che tutti i mercati nazionali si sono rivolti ai privati per una questione di organizzazione. Oggi il pubblico non può intervenire con costi fissi personali su queste gestioni mentre il privato può far crescere il fatturato, i servizi, procedere alle assunzioni perché, il mercato di Salerno, potrebbe garantire più unità lavorative e, in questo modo, sarebbe una crescita sotto tutti gli aspetti”.