Circuiti elettronici: ecco quando utilizzare un regolatore di tensione - Le Cronache
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Circuiti elettronici: ecco quando utilizzare un regolatore di tensione

Circuiti elettronici: ecco quando utilizzare un regolatore di tensione

 I circuiti elettronici sono comunemente creati e utilizzati per il funzionamento di tantissimi dispositivi utilizzati sia in ambito lavorativo che nella vita di tutti i giorni. I tecnici e gli addetti del mestiere riescono ad intervenire su un circuito elettronico utilizzando un regolatore di tensione, ovvero un apposito strumento per gestire la tensione all’interno di uno specifico circuito. In particolar modo questo avviene tramite la capacità del dispositivo di creare una tensione stabile e costante all’interno del circuito stesso.

Per l’esattezza, i regolatori di tensione, sono programmati per captare una determinata tensione d’ingresso e trasformarla in una tensione di uscita che sia stabile e fissa. In questo modo anche quando avviene una variazione nella tensione d’ingresso, il regolatore continua a fornire al circuito lo stesso valore in uscita, così da evitare possibili guasti, cortocircuiti o sovraccarichi. Si tratta di un risultato molto importante che ne determina l’ampio utilizzo. Tale risultato è reso possibile dalla capacità di un regolatore di misurare la tensione di entrata e quella di uscita.

I regolatori di tensione eseguono una comparazione tra questi due valori, assicurandosi che siano esattamente uguali e, diversamente, uniformando la tensione d’ingresso a quella di uscita. Come è facile intuire quindi la prestazione di questi dispositivi dipende dalla loro qualità di costruzione e dal rispetto di tutti gli standard qualitativi. Di conseguenza per gli utilizzatori è sempre importante scegliere dispositivi altamente affidabili e in possesso di tutte le certificazioni di qualità.

Utilizzo dei regolatori di tensione

Grazie alla capacità dei regolatori di tensione di misurare e rendere uniforme il passaggio della corrente all’interno di un circuito il loro utilizzo è ormai comune. In alcuni casi un circuito può ospitare anche diversi regolatori, come avviene ad esempio nei processori dei computer. Ovviamente un regolatore di tensione non ha la capacità tecnica di trasformare una corrente continua in corrente alternata e viceversa. Un’operazione che dovrebbe essere affidata ad un altro strumento differente.

Durante la scelta di questo strumento alcuni fattori importanti da valutare sono:

  • Il valore della tensione in uscita.
  • Il numero di terminali presenti.
  • La capacità di erogazione in uscita.
  • Il livello di protezione dai sovraccarichi offerto.
  • La protezione di transizione in uscita.
  • Le misure dello strumento.
  • La temperatura massima e minima di operatività.

La capacità di erogazione in uscita è un valore importantissimo, in quanto determina la tensione fissa d’uscita, che dipende dalla qualità e dalla grandezza dello strumento. Quest’ultima è sempre espressa in ampere (A) e ne determina l’ambito di utilizzo ideale. I regolatori di tensione sono comunemente utilizzati all’interno dell’industria elettronica, per garantire la necessaria protezione del circuito, la massima sicurezza e la limitazione della corrente.

Caratteristiche tecniche

Ovviamente la tensione massima rappresenta il valore numerico d’esercizio più elevato possibile per quello specifico dispositivo. Lo strumento però può essere sempre tarato anche su grandezze inferiori, in base alle necessità d’uso, così da poter sopperire a diverse necessità tecniche. In generale i regolatori di tensione sono utilizzati all’interno di quasi tutti i circuiti elettronici che prevedono la regolazione della tensione.Sono poi molto utilizzati anche in ambito meccanico grazie alla loro bassa tensione di caduta e possono variare anche nel numero di uscite di cui dispongono e nella specifica regolazione di linea. Ogni regolatore di tensione ha poi un relativo margine di errore, solitamente molto ridotto (ad esempio nella misura dell’1%) quando viene acquistato da produttori certificati e specializzati. Quando tale valore risulta così basso, il margine di errore è ininfluente nel funzionamento del circuito e permette anzi di ridurre i rischi dei possibili sbalzi di tensione.