Cimitero, un esposto in Procura - Le Cronache
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Cimitero, un esposto in Procura

Cimitero, un esposto in Procura

di Carmine LANDI

BATTIPAGLIA. L’eterna storia dei lotti cimiteriali arriva in tribunale.

Cosimo Panico, uno dei tanti concessionari dei nuovi loculi, ha infatti deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno.

Una lunga vicenda, che ebbe inizio nel lontano 2010, quando l’allora sindaco, GiovanniSantomauro, diede il la ai lavori di ampliamento del cimitero di Battipaglia, mettendo in vendita tumuli e cappelle. Tutto sarebbe dovuto terminare nel 2013, ma ad oggi la consegna dei lavori appare ancora come un lontanissimo miraggio.

Panico, che ha già versato il primo acconto – quasi 7mila euro –, ha chiesto più volte di poter accedere a notizie sullo stato d’avanzamento dei lavori, ma gli uffici di Palazzo di Città hanno fatto sempre orecchie da mercante. L’uomo, dunque, s’è di fatto ritrovato costretto ad agire legalmente.

Una scelta ardua, quella intrapresa dal presidente del comitato civico e ambientale, dal momento che i destinatari dei loculi si son sempre mostrati parecchio riottosi ad adire le vie giuridiche: «non abbiamo alcun interesse a fare esposti – dichiarò un anno fa Carmine Galdi, legale Adiconsum che, fino a pochi mesi fa, ha tutelato gli interessi dei concessionari – dal momento che ciò ci porterebbe ad assistere a un eventuale sequestro, che servirebbe soltanto a ritardare ulteriormente il termine dei lavori».

Tuttavia, sul finir di luglio, nel 2014, Galdi invitò i cittadini interessati a sottoscrivere e protocollare la diffida di costituzione in mora per inadempimento contrattuale; eppure, qualche giorno dopo, in seguito a un appuntamento fissato da Gerlando Iorio, presidente della commissione straordinaria che regge le sorti dell’azione amministrativa battipagliese, durante il quale il legale prese atto di tutta la buona volontà da parte della triade di addivenire ad una rapida soluzione della controversia, l’Adiconsum ritirò la diffida.

E, in effetti, Iorio aveva presentato una delibera in cui venivano stanziati 1,8 milioni di euro per il sub-lotto B1: un impegno tutt’altro che irrisorio, dunque. Non furono dello stesso avviso, però, i concessionari, che decisero di mandar via Galdi e di cominciare a tutelarsi da sé.

La situazione è tutt’altro che semplice: il lotto A, che ha un costo inferiore rispetto al lotto B, essendo costituito prevalentemente da loculi, è stato ultimato al prezzo di 4,6 milioni di euro.

Per quel che riguarda il secondo lotto, invece, non v’è alcun certezza circa il reale costo dell’opera ma, stando alle proiezioni che l’Adiconsum elaborò sulla base delle spese relative al primo, esso dovrebbe aggirarsi intorno ai 7,1 milioni.

Dunque, tenendo conto della ripartizione fatta dai commissari, che suddivisero il lotto B in due sub-lotti, B1 – per il quale stanziarono complessivamente 1,8 milioni – e B2, andrebbero tirati fuori ancora 5,3 milioni di euro.

Il Comune, però, finora ha incassato dai concessionari soltanto 6,7 milioni, ossia poco più della metà della spesa totale, che dovrebbe essere di circa 11,7 milioni: tuttavia, quei 6,7 milioni sono frutto di un pagamento parziale, poiché non tutti i cittadini interessati hanno già versato l’intera somma, e vanno considerati, inoltre, tenendo conto della considerevole fetta di invenduto. Le strade possibili, quindi, sono due: o la parte di denaro che i concessionari non hanno ancora sborsato potrebbe corrispondere ai 5,3 milioni di euro necessari alla realizzazione del sub-lotto B2, e in tal caso non dovrebbe essere complicato completare l’opera, oppure qualcuno, cinque anni fa, ha fatto male i calcoli. In effetti, la ditta vincitrice s’aggiudicò l’appalto con un ribasso del 35% rispetto alla base d’asta originaria, che era di 13 milioni: i calcoli dell’Adiconsum, tuttavia, fanno pensare a una spesa totale di 11,7 milioni, e dunque superiore di ben 3,7 milioni agli 8 milioni dell’appalto. Uno scenario simile darebbe ragione ad Antonio Lombardi, presidente dell’Ance, che, considerando impossibile affrontare dei lavori simili con un compenso così basso, interpellò la magistratura sull’oscura quaestio.

Secondo le proiezioni, inoltre, il costo complessivo dell’opera cimiteriale dovrebbe essere di circa 11,7 milioni: una somma superiore di ben 3,7 milioni agli 8 milioni con cui la ditta vincitrice (con un ribasso del 35% rispetto ai 13 milioni previsti inizialmente) si è aggiudicata l’appalto.