Ciambriello: "A Fuorni pochi agenti" - Le Cronache
Cronaca

Ciambriello: “A Fuorni pochi agenti”

Ciambriello: “A Fuorni pochi agenti”

di Monica De Santis

Condivide a pieno il pensiero di Giuseppe Borrelli, capo dei Pm salernitani sulle carceri italiane, ridotte male e che ledono la dignità di qualsiasi essere umano, Samuele Ciambriello, garante dei detenuti per la Regione Campania. “Non sono sorpreso da questo intervento illuminato ed illuminante del Procuratore Borrelli sui temi delle carceri. Non è la prima volta che prova a far uscire dall’oblio della politica e della società, cosiddetta civile, il tema, sia dell’esecuzione penale e sia il tema delle carceri, dicendo pane al pane e vino al vino, anche quando ricorda che ci sono una ventina di detenuti, nel carcere di Fuorni accusati dall’interno come spacciatori, come se ci fosse “una piazza di spaccio” che tutti sanno e nessuno ferma. Il problema vero nel carcere di Salerno, come in tutte le altre carceri è la mancanza di agenti. L’ho detto tante volte. A volte di notte restano 5 massimo 6 agenti e si capisce che in queste condizioni è difficile vigilare come si dovrebbe”. Samuele Ciambriello spiega che è nella volontà di tutti come garanti, “come operatori vogliamo fare uscire il tema della clandestinità del carcere nelle discussioni politiche, nelle quali si dicono sempre le stesse cose. O si parla di carceri più umane, o di risolvere il problema dell’affollamento costruendo nuove carceri. Il punto vero è che bisogna risolvere prima i problemi che già esistono”. Così, cita un esempio: 35 anni fa, nel carcere di Bellizzi Irpino girava la voce che si stava preparando la fuga di un detenuto, della camorrista Pupetta Maresca che volevano far fuggire con un elicottero facendolo atterrare nel campo sportivo. “Così decisero di mettere dei pali della luce sul campo sportivo per evitare atterraggi di elicotteri. E fin qui tutto ok. Ma ora sia la Maresca che Cutolo sono morti e quei pali sono ancora lì ed impediscono da 35 anni ai detenuti di poter giocare a pallone. Non è questa un’ulteriore punizione per quei detenuti? Perché nessuno ha ancora provveduto a ripristinare il campo così com’era in origine? Domande alle quali fino ad oggi nessuno ci ha dato mai delle risposte. Noi come vogliamo occuparci di carceri, e lo dice bene il Procuratore, avendo una visione custoidealista o una visione di accudimento? E dico di più, rispetto ai delinquenti o ai camorristi noi ci dobbiamo chiedere, vogliamo un carcere di 30 mila detenuti, ossia quelli per reati gravi, di 12 mila per la criminalità organizzata, o vogliamo un carcere per 70 mila detenuti che diventa discarica sociale o ospizio dei poveri Cristo? Questo ci dobbiamo chiedere”. Ciambriello prosegue lanciando un ulteriore allarme, la popolazione dei detenuti sta aumentando ed il problema del sovrappopolamento diventa sempre più serio: “Ovviamente questo il Procuratore non lo può dire, ma urge pensare a depenalizzare i reati minori, bisogna pensare di più a misure alternative alla detenzione, sideve mettere in campo la custodia cautelare solo in caso di reati gravi”. Ciambriello è sicuro, la questioni del sovraffollamento non si risolve costruendo nuove carceri: “Bisogna pensare a forme di depenalizzazione per reati minori a misure alternative al carcere e questo è compito della magistratura. Come garanti regionali abbiamo incontrato il presidente che lunedì (oggi per chi legge, n.d.r.) farà partire una circolare per richiedere che ai detenuti siano concesse maggiori telefonate e videochiamate. Oltre che a una maggiore attenzione alle problematiche relative allo stato di salute dei detenuti. Perché è fondamentale insistere sulla prevenzione, visti i numeri decessi degli ultimi tempi che si vanno ad aggiungere ai tanti suicidi che fino ad oggi abbiano registrato”.