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«Ci saranno danni ambientali maggiori con una chiusura incontrollata»

Andrea Pellegrino
«Il diniego della Via provocherebbe una chiusura definitiva dell’impianto con enormi ripercussioni sociali ed ambientali. In più la società dovrà pagare ingenti penali e danni ai propri clienti». Le Fonderie tornano alla carica replicando al provvedimento di diniego della Via (Valutazione di incidenza ambientale) con una relazione scientifica. Secondo indiscrezioni ed ultime dichiarazioni mosse dallo stesso governatore Vincenzo De Luca (durante l’ultimo incontro con i vertici del comitato Salute e Vita) entro metà mese dovrebbe arrivare il responso definitivo da parte della Regione Campania. In pratica, se confermato il diniego della Via, strettamente collegata all’Aia (autorizzazione integrata ambientale), allo stato sottoposta a Riesame con tanto di nuova diffida, le Fonderie si avvierebbero verso la definitiva chiusura. Ciò, secondo la proprietà, «non potrà dare atto al già programmato piano di delocalizzazione, lasciando di fatto uno stabilimento chiuso all’improvviso». E non solo, i consulenti di parte addirittura sostengono: «Un diniego all’istanza Via renderebbe di fatto non attuabile il piano di localizzazione dell’impianto con degli impatti ambientali nella fase di fine vita, certi e ben più alti di quelli potenziali ipotizzati dall’ente». Infatti, spiegano ancora: «Il territorio ha già pagato lo scotto ambientale più alto (fase di costruzione) e potrebbero ritrovarsi a pagare un contributo ambientale e sociale più alto nella fase non controllata di fine vita, con la mancata dismissione e delocalizzazione dell’impianto».
Sui mancati pareri in materia paesaggistica, le Fonderie replicano: «La società ha fatto tutto quanto in suo potere. Si solleciterà il Comune di Salerno e la competente Soprintendenza per la trasmissione del parere di merito». Sulle criticità sollevate dagli uffici comunali, gli esperti “promettono” correttivi ed una riduzione della produzione del 25 per cento che «poterà ad una drastica riduzione degli impatti ambientali». Ma intanto dichiarano anche: «Sull’effettiva necessità dell’esecuzione di una procedura di Via pende un ricorso al Tar». Intanto resta ancora in dubbio il luogo dell’eventuale delocalizzazione dell’impianto. Al momento si ipotizza una delle aree Asi del cratere. In particolare quelle che recentemente sono state messe in vendita. Tra queste l’ex Nardi Europa, ex Metalli e Derivati e l’ex Alimer di Buccino; l’ex Mcs di Contursi; due aree industriali a Palomonte e due a Oliveto Citra.