Centrale del Latte: a rischio anche 700 lavoratori dell'indotto - Le Cronache
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Centrale del Latte: a rischio anche 700 lavoratori dell’indotto

Centrale del Latte non vuol dire solo i 51 dipendenti effettivi dell’azienda. Centrale del Latte vuol dire un intero indotto che, da un momento all’altro, potrebbe trovarsi senza un punto di riferimento. E se il punto di riferimento è la Centrale del Latte di Salerno su cui incombe lo spettro della vendita a privati…
Al momento, come sottolineano anche i sindacati, si tratta esclusivamente di una manifestazione di interesse indetta per sondare il mercato della storica partecipata del Comune di Salerno. E mentre per i dipendenti della Centrale un eventuale discorso di riassorbimento con un nuovo operatore potrebbe essere più agevole, il discorso potrebbe complicarsi, invece, per tutte le aziende e i lavoratori che gravitano attorno alla ditta produttrice del latte salernitano.
Sarebbero circa 700, complessivamente, i lavoratori che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la Centrale del Latte di Salerno tra allevatori, distributori, marketing e via discorrendo. Insomma, l’eventuale ingresso di un soggetto privato nella proprietà dell’azienda metterebbe in pericolo la continuità lavorativa di numerose aziende. Il privato che potrebbe subentrare (Granarolo e Newlat in primis) potrebbero già avere i propri fornitori e quindi operare tagli all’indotto salernitano.
Proprio per questo tra le manifestazioni di interesse sarà presente anche quella di una cordata fatta di imprenditori, allevatori e dipendenti stessi della Centrale del Latte che proveranno a salvaguardare quello che sentono un loro prodotto, una loro creatura. Certo, la cifra per l’eventuale acquisto della Centrale del latte non è di poco conto: una somma che oscilla tra i 12 ed i 16 milioni di euro.
Nella serata di mercoledì è stata presentata la proposta, alla presenza dei sindacati di categoria, che, però, tengono a frenare le voci di un qualsiasi loro coinvolgimento in cordate di qualsiasi tipo. 
«Abbiamo presenziato – spiega Mimmo Oliva della Flai Cgil – in semplice qualità di auditori, così come faremo con tutte le controparti. Noi ribadiamo che è un paradosso cedere l’unica azienda in attivo afferente al Comune di Salerno, ma fino al 15 aprile parliamo di aria fritta. Al momento ci sono solo manifestazioni di interesse, poi dovrà essere indetto un bando. L’importante è solo il mantenimento dei livelli occupazionali che non sono solo quelli interni all’azienda, ma anche quelli dell’indotto».

 

12 aprile 2013