C’è un giudice a Berlino, anzi a Salerno di Michelangelo Russo - Le Cronache
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C’è un giudice a Berlino, anzi a Salerno di Michelangelo Russo

C’è un giudice a Berlino, anzi a Salerno  di Michelangelo Russo

di Michelangelo Russo

Questo giornale da tempo ha intuito, e scritto, che quando certi sistemi diventano totalitari, preparano in realtà il loro tracollo. Che coincide con l’apice trionfale del loro potere, seguito da un primo terremoto di annuncio premonitore del disastro. Lo sanno bene i geologi, che temono la troppa calma prolungata nei territori altamente sismici. Sconcerta che larga parte dei salernitani non avesse capito che un sistema era giunto al capolinea. Questo primo evento tellurico di arresti importanti pone però due quesiti, al di là di ogni valutazione sulle colpe processuali, che spetta alla Magistratura e al coraggio e bravura di un magistrato di altissimo profilo professionale quale è Giuseppe Borrelli, che ha dato una sterzata importante, diciamolo, al suo ufficio.

Il primo quesito: quali saranno le conseguenze dei rapporti futuri tra il Comune e l’Arcivescovo, dirottato incautamente per la messa di San Matteo su quella piazza del Crescent che si ammanta adesso di sinistre ombre profetiche di sventura? Perché la più alta autorità religiosa, totalmente estranea a manovre elettorali, non è stata tenuta al riposo e fuori dagli inevitabili commenti che ci saranno? Purtroppo, si è fatto lo stesso presuntuoso errore coinvolgendo nell’inaugurazione addirittura il Segretario di Stato Vaticano Parolin, arrivato al Crescent a benedire Salerno il giorno prima del Diluvio Universale. Temo che Papa Francesco non verrà tanto presto nella nostra città.

E adesso veniamo al secondo quesito. Chi è all’opposizione in questa città? Che cosa vuol dire essere esponenti di una forza critica e vigile che, nel rispetto dei valori democratici, faccia capire alla maggioranza, e soprattutto ai suoi Capi, che il potere affidato loro dal popolo non è arbitrario? Non è costruzione a dismisura di interessi politico-economici?

L’opposizione democratica è una categoria socratica: è l’antitesi. Quella che dona razionalità al pensiero concluso. Per questo l’opposizione ha il dovere di essere razionale, per essere credibile nella ricerca del consenso.

Ora, l’opposizione di destra a Salerno è stata impersonata dall’avv.to Michele Sarno. E’ un bravissimo avvocato, lo conosco da decenni. E pur essendo io di cultura e opinioni opposte alla sua, devo dire che mi dispiace della scarsità di consensi che ha raccolto. L’opposizione, come ho detto, è essenziale in un Consiglio Comunale. Ma adesso apprendo che lui è l’avvocato di queste cooperative che l’inchiesta della Procura ha inquisito, e che sono state, verosimilmente, uno dei punti di forza del sistema dell’attuale maggioranza. Anzi, da bravo avvocato, sta minimizzando l’accaduto difendendo i suoi clienti.

Ma a questo punto si rischia che l’opposizione di destra in Comune sia l’Opposizione di Sua Maestà! E allora il circolo si chiude nuovamente, sotto il profilo della dialettica democratica nella fondamentale istituzione che è il Palazzo di Città.

Nell’articolo di ieri, apparso per casuale e non collegabile coincidenza con gli eventi attuali, ho citato i metodi di Al Capone quando conquistò nel 1924 il Comune di Cicero, alle porte di Chicago; ho ricordato che ebbe l’accortezza di annullare l’opposizione riducendola a presenza simbolica. Credo che tutti dovremmo meditare su questa circostanza.

Torneremo presto su quanto sta accadendo, e sui suoi sviluppi.

Dr. Michelangelo Russo