Castel S. Giorgio. Sammartino vara la giunta tra litigi e tensioni - Le Cronache
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Castel S. Giorgio. Sammartino vara la giunta tra litigi e tensioni

Castel S. Giorgio. Sammartino vara la giunta tra litigi e tensioni

CASTEL SAN GIORGIO. Come Cronache aveva  precisamente ancipato ieri il sindaco di Castel San Giorgio, Pasquale Sammartino ha varato la sua nuova giunta. Ne fanno parte Giovanna Di Leo con delega ai servizi manutentivi e una parte dei lavori pubblici, Manuel Capuano (urbanistica), Francesco Spinelli (Bilancio) Maria Sica (politiche sociali, sport), Enzo Lamberti (Aree Verdi). Alla presidenza del Consiglio comunale si siederà invece Rosa Russo, legale presso il Comune di Salerno. Il primo cittadino ha mantenuto per se alcune deleghe che probabilmente attribuirà a qualche consigliere a partire dal prossimo mese di luglio.
Per Sammartino non è stato tutto rose e fiori. La riunione con il gruppo di maggioranza ha fatto registrare momenti di grande tensione quando il consigliere fedelissimo di Pina Esposito (Fdi), Fiorenzo Lanzara, si è alzato e ha abbandonato la seduta. Un alterco quasi violento ha coinvolto altri due esponenti della maggioranza conclusosi con l’abbandono della seduta anche da parte di Aniello Capuano. Insomma  l’insoddisfazione sembra regnare sovrana tra il gruppo uscito vincente dalle elezioni mentre dall’opposizione si levano commenti che celano un neanche troppo celato compiacimento.
«Lo avevamo detto – spiegano alcuni consiglieri di opposizione vicini all’ex sindaco Longanella – Hanno messo insieme tutto e tutti pur di vincere e ora ne pagano le conseguenze. Dovranno accontentare più persone degli incarichi disponibili e questo fa legittimamente pensare che il neo sindaco non abbia vita politica lunga».
A tutto questa confusione va aggiunto che dietro le quinte il gruppo che fa capo a Pina Esposito rivendicherebbe la guida della San Giorgio Servizi possibilmente proprio con il marito della Esposito: Mimmo Iennaco.
Insomma se la nuova giunta doveva partire con il piede giusto sembra proprio che il primo passo sia stato sbagliato. Oltretutto la decisione di confermare un gruppo unico, senza distinzioni di partiti, non permette di individuare responsabilità politiche chiare anche se appare evidente che nelle trattative il Pd abbia svolto un ruolo predominante facendo incetta di poltrone ed incarichi. Lo scotto, questo, di una campagna elettorale dove le divisioni interne sono state molte e dove specie il centrodestra, non avendo avuto la lungimiranza di fare squadra e di riconoscersi in una sola laedersheep ha permesso al Pd di confermarsi non solo il primo partito, ma di portare i suoi consiglieri tutti tra i primi eletti.
Antonio Ritornato