Carnevale, tra mito e realtà - Le Cronache
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Carnevale, tra mito e realtà

Carnevale, tra mito e realtà

di Olga Chieffi

Domani sera, alle ore 19,30 presso il cinema San Demetrio di Salerno verrà presentato “Zeze chiacchiere e pampanelle. Viaggio nel Carnevale magico di Michele Schiavino, il libro e il film”, un progetto completamente autoprodotto da Associazione Off/cine, grazie alla disponibilità dei sottoscrittori, di tutto il cast e di Angelica Avallone, Benedetto de Santis, Antonello Gentile, il MumbleRumble, Giovanni Cerri, Filippo Marmo e Maria Teresa Schiavino. Dopo la proiezione del film si incontreranno sul filo delle immagini appena visionate Paolo Apolito, Alberto Castellano, Olga Chieffi, Antonella Mancusi e Luciano Marchetta, moderati da Erminia Pellecchia. Il film, ideato e girato da Michele Schiavino, è un percorso documentario e onirico all’interno del carnevale nella tradizione campana, e non solo. Il libro, invece, ne racconta la genesi, le suggestioni, i personaggi e i partecipanti. I due “oggetti” costituiscono il punto di arrivo di un progetto durato quasi due anni: nato per il teatro, bloccato dalla pandemia e per questo poi trasformato in film. Del teatro conserva l’ambientazione e la struttura: la prima parte è stata girata al Piccolo Teatro di Portacatena, la seconda dal vivo un anno fa sul grande palcoscenico dell’Arena del mare di Salerno, con pubblico presente. Oltre al cast – formato da Attilio Bonadies, Elio Califano, Olga Chieffi, Giancarlo Capacchione, Flavia D’Aiello, Emilio Leone, Margherita Rago, Claudio Rubino, Michele Schiavino, Gerardo Trezza – lo spettacolo ha visto la presenza in scena dell’Ensemble popolare del Liceo Musicale T. Confalonieri di Campagna, che ha eseguito la raffinata e contaminata scelta musicale che s’intreccia, punteggiando la narrazione. Il film è, infatti, anche un percorso nella musica , nei misteriosi intrecci fra la musica e le storie raccontate, o suggerite, dal film. Una delle storie è quella del Teatrogruppo, che a Salerno segnò negli anni Settanta del Novecento un importante momento di ricerca nelle tradizioni musicali popolari: nel film rivediamo in azione tre suoi rappresentanti, Attilio Bonadies, Giancarlo Capacchione e Claudio Rubino, e riascoltiamo le voci di Andrea Bastolla e Gelsomino D’Ambrosio. L’altra storia, più intima, è la ricerca di una misteriosa Euridice che balugina, di tanto in tanto, nelle pieghe del racconto, che fa di Michele Schiavino un novello, contaminato Orfeo. Il viaggio del nostro Michele-Orfeo, e la sua eterna sfida con la morte, è dunque, allegoria della scoperta, attraverso l’arte, dei più oscuri meandri della psiche umana, in cui risiedono i peggiori e indicibili orrori e timori. L’arte tutta, è in grado di ammansirli e vincerli. Il potere della musica e della poesia è superiore alle paure umane e alla forza bruta. La condizione posta a Euridice è simbolicamente chiara: l’anima grazie all’arte può tornare rinnovata ma solo se non vi sono ripensamenti. Non bisogna guardarsi indietro, come ha fatto Orfeo. Il passato è passato, la bellezza può cambiare il mondo ma solo a condizione di non provare più nostalgia per la vecchia vita, ri-nascendo, tutti insieme, ogni qualvolta andremo a vedere sempre con sguardo nuovo le immagini del film.