Camorra: morto Carmine Schiavone boss pentito dei rifiuti - Le Cronache
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Camorra: morto Carmine Schiavone boss pentito dei rifiuti

Camorra: morto Carmine Schiavone boss pentito dei rifiuti

Carmine Schiavone, boss pentito del clan dei Casalesi è morto oggi a VIterbo, probabilmente a causa di un infarto. Schiavone, 71 anni, è stato un collaboratore di giustizia, ma da alcuni anni aveva lasciato il programma di protezione. Le sue rivelazioni erano state determinanti per portare alla luce gli scandali della Terra dei fuochi.  Rifiuti radioattivi in un ”terreno su cui oggi ci sono i bufali e su cui non cresce l’erba” vicino alla superstrada. A rivelarlo era il pentito dei Casalesi Carmine Schiavone,   nell’audizione choc davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti del 1997, desecretata a ottobre 2013. A quanto spiegava Schiavone alla Commissione per il clan di Casal di Principe l’affare dei rifiuti divenne ”autorizzato” solo dal 1990 in poi. Tuttavia, precisava il pentito, ”quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro 20 anni; non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via avranno forse 20 anni di vita”.Carmine Schiavone, diplomato in ragioneria, era nato a Casal di Principe il 20 luglio del 1943 era stato l’amministratore e il consigliere del clan dei Casalesi. Figlio di un commerciante di agrumi e di una casalinga, era cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan. Inizio’ a collaborare con la giustizia nel maggio del 1993 facendo sequestrare beni del clan per 2.500 miliardi. Dalle sue dichiarazioni nacque il processo “Spartacus I e II”. Prima ancora del processo, l’operazione porto’ all’arresto di Francesco Bidognetti nel 1993 e di FrancescoSchiavone nel 1998. Il maxi processo Spartacus e’ considerato, per importanza, alla pari del maxi processo di Palermo contro Cosa nostra. Iniziato nel 1998, le sentenze di primo grado arrivarono nel 2005, quelle di appello nel 2008 e il terzo ed ultimo grado il 15 gennaio 2010. Grazie alle dichiarazioni di Carmine Schiavone e altri pentiti, il colpo per il clan fu molto duro: vennero condannati all’ergastolo Schiavone, Bidognetti e molti altri importanti esponenti in quel periodo latitanti come Michele Zagaria e Mario Caterino. Attualmente era libero, il programma di protezione era terminato nel luglio del 2013 e nelle ultime interviste continuava a ripetere “Sono pentito di essermi pentito”. Nel 1972 mentre si trovava in carcere per una condanna per tentata estorsione conosce Mario Iovine ed e’ proprio con Iovine che, una volta scarcerati, si mette in “affari” curando un giro di truffe. Nel 1981 fu “battezzato” dalla camorra insieme al cugino Francesco “Sandokan”: proprio in quegli anni era in corso la guerra tra i cutoliano e la Nuova Famiglia; Schiavone, insieme ad altri gruppi casertani, si schiera contro Cutolo, una guerra che fara’ decine e decine di morti. Con Iovine creo’ il “sistema dei consorzi”. Aveva raccontato di essere lui a contrattare con le grosse imprese, con gli appalti, i subappalti. Tutte le attivita’ che passavano attraverso la provincia di Caserta fino a Latina erano controllate dal clan, poi c’erano gli appoggi, a Firenze, a Bologna, a Reggio Emilia, a Roma. Si occupa anche della fornitura di droga, ma con il divieto assoluto di spacciarla nel Casertano, soprattutto a Casal di Principe.