Caffè a domicilio? Lo sblocco del delivery non sembra produrre effetto - Le Cronache
Attualità Primo piano Salerno

Caffè a domicilio? Lo sblocco del delivery non sembra produrre effetto

Caffè a domicilio? Lo sblocco del delivery non sembra produrre effetto

Caffè a domicilio? Il delivery food non sembra che produrrà molti effetti lunedì prossimo. Ma c’è ancora tanta confusione e, soprattutto, nessuna certezza. Nonostante l’ordinanza del governatore De Luca, nulla cambia per il settore dei bar. E molti esercizi commerciali comunque non alzeranno la saracinesca lunedì mattina. Del resto, a chi dovrebbero portare i caffè i baristi di Salerno quando molte attività commerciali e studi privati sono ancora in lockdown? Insomma, l’ordinanza regionale dell’altro giorno è servita solo a incanalarsi con il dcpm di partenza, con l’apertura al pubblico che è ancora di là dal venire. In buona sostanza, l’ordinanza regionale è servita solo a togliere la restrizione del divieto di asporto voluta da De Luca, perché in precedenza il dcpm prevedeva la chiusura dei bar con possibilità della consegna a domicilio, quello che era vietato in Campania però. Insomma, nulla è cambiato, con le porte dei bar che dovrebbero restare chiuse, e aprirsi solo per consegnare caffè a domicilio, e qualche cornetto se possibile in base agli approvvigionamenti, nei pochi uffici restati aperti. «Nulla è cambiato. – afferma Sonia Avella del Moonlight Cafè – Dal Governo centrale non ci sembra che sia stato emanato alcun provvedimento di apertura. Poi, in questo momento consegne a chi? Il lockdown continua, con tutti gli altri esercizi commerciali che restano con la saracinesca abbassata. Serve a poco, pur volendo tralasciare quella che sarà la modalità del trasporto in esterna del caffè, che prevede tutto un particolare protocollo, oltre che attrezzatura ad hoc. Diciamo che è per scelta personale che preferiamo restare ancora con la saracinesca abbassata. Che di fatto deve restare abbassata perché alcun decreto di apertura è giunta dal governo centrale».  A conti fatti, dunque, nulla è cambiato. Impossibile, dunque, dal prossimo 27 aprile sorbire tranquillamente un caffè al bar. Gli stessi restano ancora chiusi, così come da dcpm. «Non so ancora cosa farò, ancora non mi è chiaro tutto il protocollo di sicurezza. – afferma Antonio Presutto della Caffetteria Guercio – Bisogna vedere quali debbano essere le modalità di consegna a domicilio, preferisco prima confrontarmi con altri colleghi e poi deciderò. Anche perché non mi sembra che ci sia un provvedimento di apertura dell’esercizio». Incertezza, confusione ma anche valutare con pazienza certosina se la cosa possa divenire conveniente o meno. Insomma, che non si vadano ad assommare altre perdite a quelle già ormai chiare e certificate per il settore. «Non apriremo, resteremo ancora chiusi e non faremo consegne a domicilio. – afferma Alessandra Francese del Galiziano – Per scelta personale attendiamo gli eventi e precise direttive dal governo centrale». Saranno a disposizione di chi vorrà il caffè a domicilio Barbara Matonti e Pietro Fato del “500 Caffè”. «Saremo operativi pronti a portare a domicilio un buon caffè. – dice Barbara Matonti – Meglio di niente che ci servirà a riprendere il ritmo del quotidiano o qualcosa del genere dopo questo lungo periodo oscuro. Nel frattempo, prima di lunedì faremo l’ennesima sanificazione nel nostro esercizio per essere pronti per le consegne».