di Fabio Setta SALERNO. Dal 12’ al 70’. Una lunga sequenza di emozioni, su due campi. Salerno e Benevento. Il lungo duello tra le due squadre si è concluso a distanza in pochi minuti. 58 per l’esattezza per decretare la promozione della squadra di Menichini e in serie B. 58 lunghi minuti dal gol di Turchetta a quello del messinese, Nigro. Tante emozioni con la classifica che ha subito tante variazioni. Al 12’ al gol del Barletta e con il Benevento in parità i punti della Salernitana si sono ridotti a quattro. Dopo due minuti con il pareggio Negro e lo 0-0 del Vigorito la Salernitana è tornata a più cinque. Al 27’ il momento peggiore. Eusepi porta in vantaggio il Benevento e riporta i sanniti clamorosamente a meno tre. E’ il momento più difficile e della giornata dei granata che sentono il fiato dei rivali sanniti. passano però cinque minuti e Calil riporta in vantaggio granata su rigore e la squadra a più cinque sul Benevento. Al 57’ esplode l’Arechi. Si diffonde la voce del pareggio del Messina. C’è euforia ma è tutto falso. Al 70’ però arriva il gol di Nigro che dà il via alla festa dell’Arechi. Arriva un palo di Mazzeo ma nulla di preoccupante. Il Benevento non c’è più, non c’è neanche il Barletta. C’è però Mendicino che firma il 3-1. Giusto per completare la festa. La festa che esplode al fischio finale che incredibilmente arriva alle 19.19, a ricalcare numericamente l’anno di fondazione della Salernitana. Il primo ad esultare quando all’Arechi mancano trenta secondi è il dg Fabiani. Gli è appena arrivata la notizia del fischio finale a Benevento e dà il là alla festa in campo. Si alzano i giocatori della panchina, iniziano a entrare in campo e lo sono già quando il signor Prontera di Bologna fischia tre volte e consacra il ritorno della Salernitana in serie B. L’Arechi è una bolgia, i giocatori si abbracciano, corrono, non sanno forse neppure come festeggiare. Indossano una maglietta con scritto Bentornata sua Maestà. ma forse neppure loro si aspettavano di festeggiare davvero contro il Barletta. E forse anche per questo la festa è ancora più bella. E’ ancora più vera. Capannellli sotto la curva, corse sotto i distinti e sotto la tribuna, mentre arriva patron Lotito che inizia il suo trionfale giro di campo. La squadra canta con la curva. I cori che hanno accompagnato Calil e compagni nell’arco di tutta la stagione. C’è chi piange, chi si denuda. Poi in campo arrivano mogli e figli. C’è Gabionetta che culla la figlia nata da poco. Poi c’è Calil che si accorge di Menichini che sta in disparte vicino al tunnel degli spogliatoi. Lo porta sotto la curva e la squadra lo solleva in trionfo. Poi di corsa fino a centrocampo per sollevare in trionfo prima il presidente Lotito, poi il dg Angelo Fabiani e infine il patron Marco Mezzaroma. E poi di nuovo sotto la curva (fotoservizio foto di Ag.Pica/Palumbo-Fiore), con i giocatori del Barletta che dopo la doccia sono di nuovo in campo. Sono lì sotto la curva con tanto di telefonino a riprendere la festa della Salernitana. Si guardano stupiti a vedere tanto amore per una squadra. Tanto amore per la Salernitana che dopo essere passata per Budoni, Selargius, Poggibonsi e Gavorrano, tra le tante peripezie di questi anni, ora finalmente, cinque anni dopo, torna in cadetteria. Bentornata Sua maestà. E’ proprio il caso di dirlo.
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