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Bcc: a rischio 25mila posti di lavoro

“Nessuna protesta ma una proposta per evitare che la ventilata riforma delle Banche di credito cooperativo possa rappresentare un ostacolo allo sviluppo del territorio. Nessuno ha il diritto di decidere per noi”. Così Antonio Marino, direttore generale della Bcc Aquara, durante l’incontro organizzato a Capaccio Paestum alla presenza di rappresentanti istituzionali, amministratori e dipendenti di Bcc, docenti universitari, soci e clienti. Il parlamentare Fulvio Bonavitacola nel suo intervento ha sottolineato che “il paese ha bisogno della cooperazione e della collaborazione perché ciò che conta è l’economia reale e non le sofisticazioni della finanza. Necessario escludere le mode dai problemi reali, tagliare, semplificare e ingrandire sono verbi che se adottati a sproposito possono danneggiare il sistema. Bisogna partire dalla funzione e da ciò che il cittadino si aspetta da noi per fare sussidiarietà al paese, allontanando i conflitti”. “Bisogna stare uniti. – ha sottolineato Michele Albanese, direttore generale della Banca Monte Pruno – Non demonizzare il concetto di troppo e troppo piccolo che viene associato alle piccole banche di credito cooperativo. La piccola dimensione e la capillarità non sono uno spreco ma una risorsa e ciò va spiegato innanzitutto a soci e dipendenti perché la riforma verrebbe a toccare 25000 dipendenti che potrebbero perdere il loro posto di lavoro”. Decine gli interventi che si sono susseguiti in appoggio alla proposta di autoriforma delle Banche di Credito cooperativo per cui si stanno impegnando la Bcc di Aquara e la Bcc Monte Pruno.