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Bar Marconi, dicerie di infima fattura

Erano le ore 07:15 e stavo preparando un caffè per me e mio fratello Salvatore, uno dei soci dell’ attività, in presenza anche di qualche cliente del tabacchi, quando si sono qualificate due persone quali forze dell’ordine, contestandomi la non delimitazione del locale bar con quello tabacchi, configurando così (essendo le due attività connesse) l’infrazione quale locale commerciale aperto in divieto alla normativa vigente .
Come tutti, siamo precisi e scrupolosi nell’applicazione delle norme sanitarie, trovandoci nostro malgrado nella spiacevole situazione di dover far rettificare a numerose testate locali (giornali, TV e Social),inviando loro verbale di infrazione dal quale si attestava il fatto realmente accaduto, dicerie di infima fattura (vendita di caffè ai clienti, locali chiusi) , dai tratti peraltro sensazionalistici , che non rendono onore al prestigio che in tanti anni di lavoro e sacrifici il Bar Marconi si è costruito.
Purtroppo, chi conosce il locale sa che non esiste una divisione fisica tra le due attività, siamo consci che vi è stata una leggerezza nel nostro operato per non aver chiuso lo spazio al pubblico e nell’ aver usato una attrezzatura per il bar a scopo personale, pagandone giustamente le conseguenze e validando l’operato delle forze dell’Ordine, ma operiamo sul territorio da quasi 40 anni, e non ci saremmo mai permessi di servire un caffè ai clienti del Tabacchi, figurarsi farcelo pagare.
Ringrazio inoltre i numerosi attestati di stima sui social da parte dei clienti storici, i quali hanno subito smascherato la notizia additandola come “bufala”, una gratitudine di lunga maggiore del denaro orgogliosamente guadagnato.
Lucibello Gerardo