Bar Arechi 93 chiuso. I dipendenti: “Un’odissea” - Le Cronache
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Bar Arechi 93 chiuso. I dipendenti: “Un’odissea”

Bar Arechi 93 chiuso. I dipendenti:  “Un’odissea”

Prima il sequestro, poi la chiusura per presunte carenze igieniche ed ora una nuova stangata per il Bar Arechi 93 con una nuova ordina di chiusura da parte del Questore di Salerno. Una spada di Damocle che si è abbattuta implcabilmente sul capo dei dipendenti che ora rischiano seriamente di restare senza lavoro. L’ordinanza è stata notificata dai carabinieri, che peratro hanno una delle sedi nei pressi del bar, dopo dettagliati accertamenti svolti dalla Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Salerno in merito ad episodi turbativi dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché ad alcuni eventi delittuosi (per lo più risse davanti al locale) accaduti, durante il periodo estivo, presso l’esercizio commerciale “Bar Arechi ’93”. L’esercizio commerciale a regolare licenza per la somministrazione alimenti e bevande con annessa agenzia di scommesse in Via Raffaele Mauri a Salerno. Sette i giorni di ferie forzate per i dipendenti del bar on decorrenza dal quinto giorno successivo alla notifica del provvedimento. Sull’ordinanza, anche se non vengono specificati nel dettaglio gli episodi delittuosi, si accenna anche la costante presenza di pregiudicati nei pressi del locale che da tempo è nelle mani di un curatore fallimentare che si occupa della gestione dello stesso. “E’ incredibile sembra di assistere ad un contenzioso tra lo stato ed i carabinieri visto che il bar non è più gestito dal proprietario – spiega uno dei dipendenti. Stiamo subendo una vera e propria persecuzione e, sinceramente, non ne comprendiamo i motivi visto che noi lavoriamo con dedizioni e facciamo il possibile per assicurare decoro e sicurezza all’interno del locale. Pregiudicati, risse… Beh, i carabinieri sono ad un tiro di schioppo da qui e possono tranquillamente verificare la situazione. Anzi, dico di più, in più di una circostanza li abbiamo sollecitati direttamente noi quando si sono registrati momenti di tensioni o qualcuno andava in escandescenza ma il 112 ci ha risposto in una sola circostanza. Noi facciamo il possibile ma certo non possiamo occuparci anche della sicurezza”. Ora c’è il timore di restare senza lavoro. “La situazione è già delicata e qui c’è il serio rischio che undici famiglie restino a casa con tutte le conseguenze del caso ma, evidentemente, di questo nessuno ha interesse. Sono cinque anni che stiamo facendo sacrifici 24 ore su 24 per mandare avanti quest’attività e questa è il riconoscimento che ci spetta. Siamo sfiduciati e temiamo per il nostro futuro. Trovare lavoro oggi non è facile e sarebbe opportuno che si cercasse di salvaguardare chi fa tanti sacrifici per salvaguardare quel poco che si guadagna al mese. Sinceramente questo modo di operare non lo comprendo. Poi se la questioni sono altre si evitasse di concedere le licenze. Noi chiediamo solo rispetto”.
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