Azienda Napoli Trans, quattro indagati - Le Cronache
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Azienda Napoli Trans, quattro indagati

Azienda Napoli Trans, quattro indagati

di Andrea Pellegrino

FISCIANO. Avevano certificato l’inattività dell’azienda “Napoli Trans – Fp logistica” a Fisciano, che, invece, è viva e vegeta. Così sono stati recapitati quattro avvisi di conclusione delle indagini – firmati dal pm Roberto Lenza della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore notificati ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, agli ordini del capitano Alessandro Cisternino. Sul registro degli indagati sono finiti, l’ingegnere Pio Masucci del Comune di Fisciano, la comandante dei vigili urbani Lucilla Landolfi e due agenti della polizia locale. Le accuse vanno dall’abuso d’ufficio, al falso materiale ed ideologico. In particolare, all’ingegnere comunale la Procura avrebbe contestato la mancata adozione di procedure sanzionatorie per l’azienda, mentre ai caschi bianchi, la falsa dichiarazione, dopo un sopralluogo presso la sede della ditta. La comandante dei vigili urbani è stata già rimossa dal suo incarico e destinata all’ufficio acquisti del Comune di Fisciano mentre il suo posto, secondo indiscrezioni, potrebbe essere provvisoriamente occupato da Francesco Tolino, numero uno dei caschi bianchi di Baronissi. L’inchiesta nasce dopo numerose denunce. Una delle ultime è stata presentata dall’avvocato Maria Teresa Pennasilico, proprietaria di un immobile nel comune di Fisciano in località Bivio Penta. La sua odissea e quella della famiglia parte da lontano. Il legale contestava il deposito di autocarri realizzato su un terreno adiacente alla sua stessa abitazione, contrariamente a quanto stabilito dal piano regolatore. Inoltre, si legge nella denuncia: «Per adibire il terreno agricolo a parcheggio di autocarri, nella particella 2253, sono stati utilizzati materiali di risulta (lamiere, asfalto, inerti, rifiuti provenienti da lavorazioni edili ed altri materiali non meglio identificati), altamente nocivi alla salute ed inquinanti che, per la maggior parte, erano già stati precedentemente discaricati sul terreno in alti cumuli». Senza contare «rumori assordanti, in orari diurni e notturni, che inquinano fortemente l’ambiente esterno e l’ambiente abitativo». Ora, a quanto pare, la Procura avrebbe acceso i riflettori sulla vicenda.