Aversana killer: oggi l'ultimo saluto a Saverio Cuomo - Le Cronache
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Aversana killer: oggi l’ultimo saluto a Saverio Cuomo

Aversana killer: oggi l’ultimo saluto a Saverio Cuomo

di Carmine LANDI

BATTIPAGLIA. Strade killer. Ancora.

Nella giornata di ieri, intorno alle 5:30, Saverio Cuomo, giovane motociclista, ha perso la vita sull’Aversana in seguito a un brutale incidente stradale.

Il ragazzo, un diciannovenne di Capaccio, stava percorrendo, la strada provinciale 417 Aversana, a Battipaglia, a bordo della propria motocicletta, un’Aprilia SR, quando s’è schiantato contro un autocarro che transitava da quelle parti.

Un impatto dalla violenza inaudita, tant’è che, al momento della collisione, il camion s’è trasformato in una vera e propria torcia, prendendo rapidamente fuoco.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di stanza a Eboli, che hanno abilmente placato le violente fiamme.

L’autoambulanza, arrivata sul luogo a più d’un ora dall’accaduto, non ha potuto far nulla. Ma, probabilmente, poco sarebbe cambiato seppur fosse giunta pochi secondi dopo, perché il giovane centauro è morto sul colpo.

Sull’Aversana, ad ogni modo, sono giunti pure gli agenti del locale commissariato di Polizia di Stato, timonati dal vice questore aggiunto Antonio Maione, e gli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Battipaglia, capitanati dal maggiore Giuseppe Costa. I rilievi sono stati affidati proprio ai militari dell’Arma.

Le tristi dinamiche, tuttavia, sembrano abbastanza chiare.

L’Aprilia del giovane – che era diretto verso la Costiera, per godersi una giornata di mare insieme agli amici, che lo attendevano lì – avrebbe urtato contro il grosso autocarro, condotto da un giovane di Nocera Inferiore, che aveva intrapreso – e non ancora terminato – la manovra di svolta a sinistra, finalizzata ad accedere a una stradina privata: la corsia di marcia della moto, dunque, sarebbe stata ancora occupata dal camion negli istanti in cui Cuomo l’avrebbe percorsa.

Il conducente del camion, ora, si ritrova sotto indagine per omicidio colposo.

Stando a quanto raccontato da alcuni testimoni, comunque, sarebbe stato proprio il nocerino a prestare i primi soccorsi, togliendo al 19enne quei pantaloni che erano finiti alla mercé delle fiamme.

I carabinieri, ad ogni modo, hanno subito consegnato la salma alla famiglia.

Straziato dal dolore il padre di Saverio, Vincenzo Cuomo, che lavora in un’azienda vivaistica del posto.

E l’asfalto battipagliese continua a mietere vittime: soltanto il giorno precedente, infatti, dopo un lungo travaglio, aveva lasciato questa terra pure Federica Vitale, 17enne ebolitana che, lo scorso 16 luglio, insieme ad altri tre giovani, era rimasta coinvolta in uno scontro fatale lungo la SP312, a Santa Lucia.

 

IL RITRATTO DI UN GIOVANE CHE AMAVA LA CORSA. 

1. Saverio CuomoSarà celebrata oggi la messa funebre in onore del giovane Saverio Cuomo.

Parenti e amici del 19enne si riuniranno attorno alla salma del centauro deceduto tra le mura della parrocchia “Santa Maria Goretti”, a Capaccio, nella borgata di Gromola.

Proprio a borgo Gromola viveva il giovane, precisamente a via della Riforma, insieme al padre, Vincenzo, alla mamma e alla sorellina più piccola. Amava quel fazzoletto di terra in cui risiedeva, ma al contempo era orgoglioso delle sue origini partenopee: il padre, dipendente di un’azienda florovivaistica della zona, e la madre, casalinga, infatti, erano di Torre Annunziata.

Saverio aveva appena terminato la scuola: aveva conseguito il diploma ad Agropoli, all’IPSIA “Manlio De Vivo”.

Una grande passione, quella per la moto, l’ha accompagnato fino al momento dell’ultimo respiro. Il giovane seguiva con estremo trasporto le gare di Moto Gp: adorava la Yamaha, essendo un fan sfegatato di Valentino Rossi. E, beffarda ironia della sorte, ammirava pure Marco Simoncelli, morto in moto come lui.

Guai a toccargli la moto. Il suo tempo libero, infatti, Saverio lo dedicava alla cura maniacale di quell’Aprilia Sr, comprata nel 2013 e custodita con tanta premura da sembrare una sorta di giunta artificiale al suo corpo.

Amava pure il calcio, ed era un accanito tifoso del Milan.

Amava la corsa, ed è di corsa che è morto. Amava la velocità, e troppo velocemente ha abbandonato quella terra che per lungo tempo avrebbe dovuto ancora solcare con le due ruote a lui care.

Non più due ruote, allora, ma due ali: con quelle il giovane continuerà a setacciare tutto ciò che c’è.

Ciao, Saverio. La terra ti sia lieve.