Appello, confermata la pena a 15 anni per Ciro D’Agostino e Rosario Cavallo - Le Cronache
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Appello, confermata la pena a 15 anni per Ciro D’Agostino e Rosario Cavallo

Appello, confermata la pena a 15 anni per Ciro D’Agostino e Rosario Cavallo

di Pina Ferro
Gestione delle piazze di spaccio a Salerno. I giudici di secondo grado confermano le pene dei colleghi di primo grado per Ciro D’Agostino, Massimiliano Sabato Carmine Caputo Michele Cavallo, Rosario Cavallo e Gianluca Carratù. Rideterminate le pene per gli altriimputati. La decisione dei giudici di secondo grado è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri.
Nel dettaglio la Corte, al termine della Camera di consiglio, han confermato la condanna a 1 anno, 4 mesi e 20 giorni ciascuno  per Ciro D’Agostino e per Rosario Cavallo;  a 7anni, 4 mesi per Massimiliano Sabato; a 4 anni, 10 mesi e 20 giorni per Carmine Caputo; a 4 anni, 11 mesi e 10 giorni per Michele Cavallo; a 1 anno, 4 mesi per Gianluca Carratù.
Rideterminate le pene a: 1 anno e 4 mesi di reclusione per Emilio Marmo (in primo grado  1 anno), 1 anno, 8 mesi e 10 giorni per Roberto Barbarisi ( in primo grado 2 anni, 4 mesi e 15 giorni); 1 anno e 6 mesi per Ciro Galioto (primo grado a 5 anni, 6 mesi e 10 giorni); 2 anni e 2 mesi per Armando Mastrogiovanni (condannato in primo grado a 6 anni), 1 anno e 8 mesi per Enrico Alfano (condannato in primo grado a 5 anni, 5 mesi e 10 giorni), anni 1 mesi 4 Stefano Maisto (condannato in primo grado a 1 anno, 8 mesi).
Il procuratore generale aveva chiesto per tutti la conferma delle pene che erano state inflitte in primo grado dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno dinanzi al quale era stato celebrato il rito dell’abbreviato.
Promotore, finanziatore, dirigente e organizzatore del traffico illecito era Ciro D’Agostino, fratello dei boss in carcere Antonio e Giuseppe.
La rete di spaccio a Salerno città fu smantellata nel 2017 dalla Squadra Mobile di Salerno a seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Oltre un anno di attività investigativa per delineare l’intera rete messa in piedi dal sodalizio criminale. Intercettazioni, utilizzo di telecamere e pedinamenti. la droga veniva acquistata dall’hinterland napoletano per poi essere suddivisa dagli accoliti in un nascondiglio ubicato nel comune di Pellezzano.
Successivamente lo stupefacente veniva commercializzato nelle zone di Pastena, Mercatello e Fratte. L’organizzazione era piramidale. C’erano i dirigenti. Sotto di loro, una rete di spacciatori a bordo auto e motorini, sempre reperibili. Per i rifornimenti gli spacciatori utilizzavano diversi tipi di auto.
Furono le dichiarazioni di un assuntore deciso a voler cambiar vita a dare il via all’attività investigativa. Nel collegio difensivo sono presenti, tra gli altri, gli avvocati Luigi Gargiulo, Luigi Spadafora, Federico Cioffi e Nicola Naponiello  e Michele Sarno.