Anna Petrone, la candidatura ancora in forse: «Sto valutando, con riserva» - Le Cronache
Politica

Anna Petrone, la candidatura ancora in forse: «Sto valutando, con riserva»

di Erika Noschese
Il Pd ha chiesto la sua disponibilità a candidarsi ma lei, al momento, è ancora in fase di valutazione. Anna Petrone, dirigente dem e responsabile del dipartimento nazionale Politiche per la tutela dei non autosufficienti potrebbe essere tra le candidate al consiglio regionale della Campania. Nonostante l’indecisione relativa all’accettazione della candidatura sembra avere le idee molto chiare sulle necessità e le problematiche da portare a Palazzo Santa Lucia: «Io dico sempre che chi fa politica deve mettere al centro la persona e ciò significa rispondere alle esigenze dei singoli: nel caso della disabilità io punterei più ad una prospettiva di presa in carico individualizzata perché non va bene tutto per tutti ma ogni persona è portatore di uno specifico bisogno», ha infatti dichiarato la Petrone.
Il suo nome è stato accostato ai candidati al consiglio regionale della Campania. E’ tra i candidati? 
«Il partito ha chiesto la mia disponibilità ma io sto ancora valutando, anche se con molte riserve».
Siamo nella frase clou delle elezioni regionali. Al momento lei è in una fase di valutazione, cosa potrebbe spingerla ad accettare la candidatura? 
«Sicuramente, l’impegno per il partito perché soprattutto dopo l’incarico nazionale che ho avuto, il mio impegno per la lista del Pd è pieno e anche se dovessi decidere di non candidarmi il mio supporto al governatore De Luca, e alla lista del Pd, sarà pieno e totale anche perché dobbiamo dare nuovo impulso sul territorio ad un partito più vicino alla gente ma soprattutto un impegno in prima persona anche da esponente nazionale».
La Campania sta uscendo fuori da un’emergenza Covid che ha messo in ginocchio la regione e il Paese. Da dove si dovrebbe ripartire secondo lei?
«Io credo che noi non siamo ancora usciti dall’emergenza Covid, anche oggi infatti sono stati scoperti nuovi casi. Io non parlerei di un dopo Covid ma di uno stato d’attenzione ancora alto; dobbiamo concentrarci sulla linea di una sicurezza della salute dei cittadini ma soprattutto dobbiamo continuare a mantenne la linea dei controlli. Avanzo un suggerimento, dobbiamo mantenere la linea dei controlli e quindi un aumento del numero dei tamponi da fare perché penso che noi abbiamo abbassato un attimo la guardia ma ciò non è possibile, proprio per non mettere ulteriormente in ginocchio l’economia: una seconda ondata con un lockdown metterebbe davvero a zero tutta l’economia cittadina e regionale. Poi, dobbiamo continuare a conservare la linea d’emergenza anche negli ospedali ma soprattutto io potenzierei la medicina sul territorio».
Il Pd, ad un certo punto, sembrava aver perso consensi, così come il presidente uscente De Luca. Ora, complice anche l’emergenza Covid, i sondaggi parlano di una riconferma di De Luca. Crede che anche il Pd stia riconquistando il consenso perso? 
«Sicuramente il Pd sta riconquistando una posizione di fiducia. Io direi che la gestione della governance dell’emergenza Covid del presidente De Luca sia sua, personale. Ma a livello nazionale noi dobbiamo dare atto e merito che il Pd ha fatto un grande lavoro di mediazione, soprattutto sullo smacco dei fondi europei». Ci sono, secondo lei, errori commessi dal presidente De Luca, durante questi 5 anni di governo regionale? «Direi al governatore di selezionare un po’ di più anche la classe politica che lo accompagnerà in questi 5 anni. Lui è in una posizione di forza, non bisogna imbarcare per forza tutti nelle liste e io avrei selezionato le liste dei candidati perché, ripeto, lui è in una posizione di forza e oggi detta il passo dell’agenda politica e non bisogna essere alla ricerca spietata di consensi ma oggi era il momento anche di fare una selezione che avrebbe poi costituito una classe politica futura più solida e più forte». Quando parla di selezione, si riferisce agli esponenti di centro destra che hanno scelto di sostenere De Luca? «Certamente ma anche verso le alleanze. Oggi il governatore ha una forza sua, personale e non dipende da figure vetuste della politica. Penso che avrebbe potuto selezionare un po’ in più».
Caldoro o il Movimento 5 Stelle: chi secondo lei potrebbe preoccupare di più il centro sinistra? 
«Caldoro ha una solidità politica diversa; con il suo silenzio ma opposizione politica pacata, meno urlata ma è una figura politicamente più solida mentre i 5 Stelle fanno molto rumore in aula ma sulla raccolta di consensi e sui risultati lasciano molto a desiderare».
Lei da sempre porta avanti una battaglia a favore delle fasce deboli, dei disabili e chiede, tra le altre cose, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Forse, a livello regionale se ne parla sempre troppo poco. Cosa si dovrebbe fare secondo lei? 
«Diciamo che il problema non sono solo le barriere architettoniche; l’invito che faccio da sempre alla politica è quello di includere le persone con disabilità sempre più nei contesti sociali a livello inclusivo. Io dico sempre che chi fa politica deve mettere al centro la persona e ciò significa rispondere alle esigenze dei singoli: nel caso della disabilità io punterei più ad una prospettiva di presa in carico individualizzata perché non va bene tutto per tutti ma ogni persona è portatore di uno specifico bisogno».
A settembre il ritorno tra i banchi di scuola. Il governatore prima ha chiesto di riaprire dopo le elezioni mentre ora parla di un rientro a scuola per metà settembre ma prima della prossima settimana non ci saranno decisioni ufficiali. Crede che si dovrebbe tornare a scuola dopo le elezioni? 
«Io credo che si dovrebbe tornare in aula il prima possibile perché i ragazzi hanno perso un pezzo importante che va sicuramente recuperato ma mi sento dire che oggi, scegliere politicamente, è molto difficile perché l’emergenza Covid è ancora in evoluzione e noi non sappiamo cosa accadrà tra un mese. Bisogna lavorare passo dopo passo ed è tutto molto work in progress».