Angellara Home: le motivazioni della sentenza - Le Cronache
Cronaca

Angellara Home: le motivazioni della sentenza

Angellara Home: le motivazioni della sentenza

Solo la prescrizione ha salvato Gerardo Pierro, condannato in primo grado a dieci mesi per truffe ai danni dello Stato e della Regione. Nelle motivazioni viene evidenziato che gli interventi edilizi relativi all’Angellara Home “sono stati finanziati totalmente dalla Regione Campania, con finanziamenti a fondo perduto per circa due milioni e quattrocentomila euro. I finanziamenti assegnati alla Diocesi veniva revocati dal Ministero per lo sviluppo economico, disponendosi il recupero della complessiva somma di euro 2.446.723 già erogata in favore della diocesi con contestuale revoca anche degli altri due finaziamenti non ancora erogati ma già concessi a seguito del sopralluogo effettuato dai tecnici De Rosa e Vitale del 22 settembre 2008, in cui essi davano atto che il complesso edilizio della colonia e attualmente denominato Angellara Home presentava carattestiche proprie di una struttura alberghiera e che tale destinazione era in contrasto con la relazione tecnica dell’ingegnere Giovanni Sullutrone del 27 febbraio 2001. Il Tribunale, ritenendo la sussistenza degli artifici e raggiri richiesti dalla norma penale, condannava Pierro, Lanzara e Sullutrone sul presupposto che l’opera realizzata era del tutto incoerente rispetto alle finalità perseguite nell’accordi di programma quadro relativo alle infrastrutture per sistemi urbani”. Decisione pienamente recepita dai giudici della Corte d’Appello ma per la quale è maturata la prescrizione. “La Corte concorda perfettamente con le valutazioni del Tribunale (I sezione penale) circa la riconducibilità truffaldina ai soggetti richiedenti il finanziamento pubblico atteso che in tutte le schede allegate alle domande il richiedejnte precisava che in alcun modo sarebbe stata modifica l’originaria destinazione d’uso del complesso, sempre chiamato Colonia San Giuseppe e mai ex Colonia, inducendo all’errore il funzionario addetto all’istruttoria”. Il reato è da considerarsi estinto perché decorsi i 7 anni e 6 mesi necessari per la maturazione della prescrizione.