Amicizia lunga 40 anni con Savastano che per due volte ha visto fase di stop - Le Cronache
Attualità Primo piano Salerno

Amicizia lunga 40 anni con Savastano che per due volte ha visto fase di stop

Amicizia lunga 40 anni con Savastano che per due volte ha visto fase di stop

di Pina Ferro

Un rapporto di lunga data quello tra il consigliere regionale Nino Savastano e Fiorenzo Zoccola. Un rapporto che risale a 40 anni fa e che, come lo stesso Zoccola sottolinea ai giudici, ad un tratto si è interrotto. Un black out durato 15 anni. “Poi ci siamo riavvicinati e l’ho aiutato nella campagna elettorale. Poi Zoccola al Gup, nel corso dell’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto a seguito dell’arresti, dice “A Salerno, il sindaco è manovrato da certi personaggi”. Subito dopo torna a parlare del consigliere Savastano “… A giugno del 2020 mi sono rappacificato con Savastano; una settimana dopo le elezioni buttarono fuori mio fratello a favore di un altro del “cerchio magico”: Da questo sgarbo ho deciso di tirarmi fuori da questa parete politica. Salassano mi ha dato una mano a sollecitare i bandi e proprio per questo gli abbiamo fatto la campana elettorale.
Io mi sono sempre preoccupato per il lavoro mio e della mia famiglia. Con Savastano ho chiuso i rapporti tanto che mi sono spostato verso il centro destra. Alle mie cooperative io davo indicazioni di voto. dopo l’elezione di Savastano abbiamo fatto una cena a cui sono intervenute anche Socofasa, Landi e Meo”. Poi Zoccola spiega anche di essere stato aiutato da Savastano sia prima che dopo il voto. Ma ha anche sottolineato che egli non era per nulla favorevole alle proroghe: “Io volevo i bandi. Le proroghe dipendevano dalla cattiva gestione del comune, dall’errore di De Luca che ha dato la gestione al figlio Piero e al sui “cerchio magico”. E’ ricco di particolari il racconto che Fiorenzo Vittorio Zoccola rende alla al giudice per le indagini preliminari, così ricco che gli atti sono stati secretati e quelli resi noti, ancora oggi contengono numerosi omissis. Zoccola vuota il sacco facendo riferimento non solo a Savastano manche a dirigenti del Comune e, ad altri consiglieri comunali. “Ventura in campagna elettorale ha chiamato tutti i dipendenti delle cooperative prospettando che sarebbero passati a “Salerno Pulita”. Balzano era un intimo amico mio e di Savastano, era presidente di quartiere a Mariconda. Balzano ha sostenuto Savastano e Picarone: si metteva davanti ai seggio e andava nelle case. Picarone quando parla delle 7 proroghe si riferisce al presidente della Socofasa, il patto di sangue a cui si riferisce è l’aiuto che gli doveva dare alle elezioni, gli ho fatto 25 anni di campagna elettorale, siamo amici d’infanzia”E ancora Zoccola delinea anche inquadro di riferimento di ogni singola cooperativa. “Il 70% delle persone che ho assunto mi sono state mandate da politici. “Lavoro vero” si riferisce a Loffredo; la “San Matteo” a Francese; la Socofasa a Savastano oppure a chi indicava il governatore . Io venivo ricevuto da lui al Genio Civile, l’ultima volta, 15 giorni prima delle elezioni. Noi siamo amici dal1989. Per le regionali avevo circa 1000 voti, mi sono fatto dare da Savastano un altro nome e lui mi ha dato Fogliame: questa accoppiata consentiva di controllare i voti miei.

Mimmo Ventura indicava i nomi delle persone da assumere nelle cooperative sociali

Fratelli d’Italia, seppur indirettamente, cade nella trappola del Sistema delle cooperative sociali e degli appalti truccati. A svolgere un ruolo da protagonista è infatti Mimmo Ventura, consigliere d’opposizione che – in questa tornata elettorale – ha aderito al partito guidato, a livello nazionale, da Giorgia Meloni, risultando il primo degli eletti. A tirare in ballo Ventura è Vittorio Zoccola che durante i due interrogatori svela i retroscena di quel sistema che ha portato lui in carcere, l’assessore Nino Savastano e il dirigente comunale Luca Caselli in carcere. Dopo una lunga serie di omissis, infatti, emerge il nome del consigliere comunale: “gli svantaggiati con precedenti giudiziari e/o altri soggetti mi venivano segnalati dal consigliere Mimmo Ventura o da altri soggetti e/o consiglieri comunali”, ha detto Zoccola che non chiarisce però chi sono gli altri amministratori coinvolti nella vicenda. “Uno dei fratelli Palumo è stato assunto, su indicazione di Ventura, nella cooperativa di Minelli”, ha detto ancora il dominus delle coop. Zoccola tira in gioco i fratelli Ventura in più occasioni, nel corso dei due interrogatori, chiarendo sia il ruolo di Mimmo che di Giosuè.