Amatruda: «Forza Italia in affanno Si deve sollecitare una svolta» - Le Cronache
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Amatruda: «Forza Italia in affanno Si deve sollecitare una svolta»

Amatruda: «Forza Italia in affanno Si deve sollecitare una svolta»

di Redazione Cronache

Lei è sempre più critico con Forza Italia. Lo è stato prima delle provinciali ed anche dopo. “Forza Italia Salerno è in grande affanno e solo chi è cieco può far finta di nulla.
Chi ama questa comunità deve sollecitare una svolta” è l’incipit di Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia. Giornalista professionista, di tradizione riformista
E’come può iniziare, a suo giudizio, una fase nuova?
“Provo ade essere chiaro, senza politichese perché la fase che viviamo merita chiarezza. Con un passo indietro di Enzo Fasano. Non possiamo scrivere con la vecchia Olivetti nell’epoca dei tablet. Enzo e’ parlamentare di lungo corso, ha perso entusiasmo, trama con messaggini e chiamate contro chi, come il sottoscritto propone riflessioni e cambiamento. E’ la sintesi di un gruppo dirigente chiuso, impaurito che non da l’impressione di aprire. Predica l’unita e la serenità nelle dichiarazioni stampa e fa il contrario, lontano dai riflettori, aizzando dirigenti e militanti È, a torto o a ragione, l’espressione dei veti e delle esclusioni”.
Sembra una battaglia personale
“Nulla di personale. Dal punto di vista umano avevo un ottimo giudizio. Poi Enzo si è prestato ai giochini delle esclusioni, la vicenda di Antonio Fasolino grida ancora vendetta. Oggi è prigioniero del livore. Non c’è nulla di personale, il giudizio severo è tutto politico. Enzo dia una mano alla comunità di Forza Italia mettendo in campo responsabilità e soprattutto generosità. Le sue dimissioni potrebbero rappresentare un punto di partenza, il segnale più chiaro per aprire una nuova stagione capace di premiare il merito e di selezionare classe dirigente senza cooptazione o con la logica della fedeltà al capo”.
Ma non hanno senso le dimissioni nella imminenza di un congresso
“La stagione congressuale deve partire nella chiarezza e rappresentare una occasione di crescita, di apertura ad energie nuove. Dovrà essere l’occasione per coinvolgere davvero e non a chiacchiere la società civile. Non si dovrà ridurre ad una guerra di numeri o alla difesa del fortino. Non dovrà servire a proteggere l’esistente con nuove nomine, ad esempio, di capetti locali. I mesi che verranno dovranno essere quelli del confronto delle idee, della crescita e delle adesioni nuove, spontanee, con Forza Italia che dovrà essere motore di processi innovativi ed inclusivi. La guida di Enzo, ancora in questa fase, non consentirebbe un nuovo inizio, le sue scelte sono divisive e provocatorie e lascia fuori la porta o esclude dalle decisioni tantissimi dirigenti e amministratori locali solo perché non ottusamente fedeli”
E chi garantirebbe unità in questa fase ?
“Ci sono altri parlamentari eletti anche se mi sforzerei di individuare uno o più dirigenti provinciali”
Anche Lei ?
“Non io, per le battaglie condotte è evidente che non posso essere elemento di sintesi. Ci vorrà chi mette insieme le diverse sensibilità”
Faccia esempi se vuole davvero evitare il politichese
“Tutti diciamo che Cava è un esempio. Ed allora da li potrebbe arrivare qualche nome. Penso a dirigenti come Enrico Polacco, Pasquale Santoriello o Fortunato Palumbo. Sono esempi di unita. Penso a profili di giovani amministratori come Francesco Pastore o Giuseppe Ruberto, ad amministratori come Roberto Monaco o Costabile Spinelli. Coinvolgendo donne di riconosciute qualità e che hanno preso sempre consenso come Maria Citarella. Però mi faccia fermare perché rischio di fare dei torti a tanti bravi dirigenti e di mettere loro, mi consenta una battuta, nel libro nero di Enzo Fasano. Ormai vedono nemici dappertutto. Serve una squadra di garanti e poi un congresso vero”.
Ma cosa ha fatto precipitare la situazione. Quali errori
“Ne stiamo facendo tanti nel patito. Penso alla superficialità con la quale si è gestita la vicenda di San Marzano o Nocera dove si procederà ad una illogica nomina per il commissario cittadino. Non avrà senso premiare un consigliere comunale che è in maggioranza con la sinistra e per tradire gli impegni assunti con gli elettori. Penso alla iniziativa di Paestum che si è caratterizzata per esclusioni e chiusure. Ma è sulla politica che dobbiamo fare di più“
Come ?
“Aumentando l’opposizione al sistema De Luca. Non bastano Celano e Russomando al Comune. I parlamentari ed i quadri provinciali devono sintonizzarsi con l’attività di denuncia del gruppo regionale. Poi bisogna rilanciare sulle proposte. Sul reddito di salute per dare buona sanità a Salerno, sulle infrastrutture per rilanciare porto ed aeroporto. Serve programmare la vocazione industriale e turistica. L’Amministrazione ha scelto l’opzione commerciale per il capoluogo. Non basta ed è dannosa se non si governano i processi. Forza Italia deve poi lanciare un grande piano casa per i giovani e le fasce più deboli”.
È nata la corrente di Caldoro e Martusciello su queste basi ?
“Lo dice nel partito chi non vuole rilanciare Forza Italia e nascondere i problemi. Stefano Caldoro non ha mai fatto correnti, non è nel suo DNA. Viaggia sui temi e sulle battaglie concrete e forse non condividerà questa intervista. Fulvio lavora per mettere insieme amministratori e giovani, è lontano dalle polemiche. Nessuna correte. Una sciocchezza coinvolgerli in questa riflessione“
È facile immagine che la sua iniziativa non avrà successo. Cosa farà ?
“Vado avanti. È un progetto più ambizioso dei nomi e dei rigidi schemi di un partito. Ho in testa il modello Roccapiemonte, si parte da Forza Italia per costruire cose più importanti”