Altri quattro medici in fuga dal pronto soccorso dell’Azienda Ruggi d’Aragona - Le Cronache
Attualità sanità

Altri quattro medici in fuga dal pronto soccorso dell’Azienda Ruggi d’Aragona

Altri quattro medici in fuga dal pronto soccorso dell’Azienda Ruggi d’Aragona

di Erika Noschese

Una vera e propria fuga dai pronto soccorso dell’ospedale di Sarno e dall’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona dove andranno presto via altri quattro medici. Una organizzazione che lascia molto a desiderare, a partire dai turni sempre più massacranti e nessun impegno da parte dei presidi ospedalieri di fronteggiare la situazione. Uno scenario tutt’altro che chiaro che, nei giorni scorsi, ha spinto i vertici del Ruggi d’Aragona ad imporre alle associazioni di 118 di trasportare gli utenti non in codice rosso in altri ospedali vicini e non all’ospedale del capoluogo di provincia dove mancano, ormai da tempo, i posti letto necessari a far fronte a tutte le richieste. Ad accendere i riflettori sulle difficoltà che vivono oggi gli ospedali in provincia di Salerno e nel capoluogo Margaret Cittadino, presidente del Tribunale per i Diritti del Malato ed esponente di Cittadinanza attiva che ribadisce la necessità di sfruttare i fondi del Pnrr per potenziare i poliambulatori, quello di Pastena e quello di via Vernieri che potrebbero essere adibite, per il momento, a case di comunità. Di fatti, dal Comune di Salerno – nei mesi scorsi – è partito il progetto pilota ma ad oggi non si conoscono i tempi né le modalità per la realizzazione di strutture che dovrebbero servire la cittadinanza così da non ingolfare, come sempre accade, i pronto soccorso. “In questa fase è necessario istituire una commissione interaziendale, un’unità di crisi che metta in correlazione il Ruggi e l’Asl per individuare, e di conseguenza affrontare, tutte le criticità che oggi passano dalla necessità di potenziare i poliambulatori”, ha dichiarato la Cittadino che chiede alla Regione Campania di riprendere i progetti, finanziabili da Palazzo Santa Lucia, le Case della Salute, i cui progetti non sono mai andati avanti. “Ci ha molto stupiti che tanti si stiano risvegliando solo ora, rendendosi conto che l’azienda ospedaliera universitaria non può essere referenziale, ha bisogno di un territorio che funzioni – ha aggiunto Margaret Cittadino – Dopo varie sollecitazioni, sia all’azienda Ruggi che all’Asl nulla è cambiato: chiediamo di potenziare le attrezzature, soprattutto a livello diagnostico, nei vari ambulatori e poliambulatori perché i soldi ci sono”. Dal Tribunale per i diritti del Malato è stata avanzata la richiesta di una tac ad alta specialità per la radiologia che possa permettere la realizzazione di screening per il tumore al polmone. “Per quanto riguarda la diagnostica ematologica, abbiamo sollevato il problema che a Salerno, così come in provincia, non ci sono laboratori pubblici in grado di funzionare 12 ore al giorno e negli anni è stata chiesta, senza successo alcuno, la riapertura del laboratorio del Da Procida e uno nella zona orientale, a Pastena. “Nei poliambulatori si possono recuperare i prelievi ma non sono garantiti né la conservazione né l’efficacia: sono aperti fino alle 9.30 e le provette vengono poi smistate presso gli ospedali di Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra e Pagani”. Tra le altre problematiche evidenziate quella relativa ai medici di base: le Aft, Aggregazione Funzionale Territoriale raggruppano 120 medici che dovrebbero garantire la loro presenza e la possibilità di essere rintracciati almeno dodici ore al giorno ma sette su sette ma così non è. Infine, attenzione puntata anche sulle Usca, chiuse dopo la fase emergenziale, poi riaperte con orario e personale ridotto. “In questo momento, gli ospedali hanno diverse criticità ed è necessaria una visione d’insieme che possa garantire la tutela degli utenti – ha aggiunto Margaret Cittadino – Sembra strano si parli di un nuovo Ruggi quando gli ospedali di Sarno e Agropoli sono nuovi, non utilizzati come dovrebbe essere per carenza di personale e di idee. Oggi il nuovo Ruggi non è essenziale, questo consumo di suolo dovrebbe e potrebbe essere evitato”.