AL TEATRO GRIMALDI, IN SCENA “BIANCA COME FINOCCHI IN INSALATA” E LA NON ACCETTAZIONE DEL PROPRIO CORPO - Le Cronache
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AL TEATRO GRIMALDI, IN SCENA “BIANCA COME FINOCCHI IN INSALATA” E LA NON ACCETTAZIONE DEL PROPRIO CORPO

AL TEATRO GRIMALDI, IN SCENA   “BIANCA COME FINOCCHI IN INSALATA”  E LA NON ACCETTAZIONE DEL PROPRIO CORPO

La negazione di sé e la non accettazione del proprio corpo: è questo il tema centrale di “Bianca come finocchi in insalata”, in programma il 22 febbraio, alle ore 21.00, al Teatro Grimaldi, presso il Saint Joseph Resort (ex colonia San Giuseppe). Terzo appuntamento della rassegna teatrale NEO, l’opera, un pluripremiato spettacolo scritto e diretto da Silvia Marchetti, sarà messa in scena dalla parmense Compagnia del Calzino con il patrocinio di Arcigay “Marcella Di Folco” Salerno.

Ideata e organizzata dalla compagnia teatrale Le Ombre con la direzione artistica di Gianni D’Amato, NEO porta a Salerno uno “spettacolo divertente, semplice, a tratti grottesco, ma profondamente tragico in quello che, con il sorriso sulle labbra, viene detto, vissuto, attraversato – spiega Silvia Marchetti – Un testo che a tratti denuncia l’abuso perpetrato dalla società e, in maniera ancora più pressante e sadica, da noi stessi sulla nostra stessa natura, rappresentato da rinunce, compromessi, inappagamenti che siamo bravissimi a infliggerci”.

“Bianca come finocchi in insalata” è un testo che strizza l’occhio a grandi autori del teatro contemporaneo: da Cocteau a Ruccello, da Athayde a Bennett. La storia è quella di Bianca, non più giovanissima, non bella, non ricca. E, probabilmente, mai particolarmente amata o capita. Oggi, però, si sente amata dal Signor Direttore, il suo Antonino, preside della scuola elementare in cui insegna. Grazie a lui Bianca, interpretata da Andrea Ramosi, vive una seconda giovinezza fatta di entusiasmi, farfalle nello stomaco, rinnovata passione per l’insegnamento. Ma fin dalle primissime battute si avverte che qualcosa non va: qualcosa di morboso aleggia nell’animo di Bianca e cresce di ora in ora. Il disagio aumenta e, con esso, un malessere fisico che la protagonista cerca di negare a se stessa ma che contribuirà al crollo nervoso che la sopraffarà. La vita di Bianca procede come i suoi dialoghi: lei annaspa sempre più nelle sue incertezze, affoga nella mancanza di risposte, sballottata tra sprazzi di lucida consapevolezza e totale negazione della realtà, tra deliri di onnipotenza e completo annichilimento, fino a non capire più neppure i segnali che il suo stesso corpo le invia. Si delinea un quadro tragicomico, esilarante e amarissimo, tratteggiato dalle innumerevoli, farneticanti sfaccettature del dolore, tanto varie da permettere a chiunque di riconoscersi in qualcuna di esse. “Bianca è la contraddizione dell’essere umano: strampalata e banale, confusa e dispotica, sottomessa e intransigente, materna e spietata, donna e… – continua Marchetti – Arrendevole nella vita, trova la sua apparente rivincita nell’insegnamento, dove riesce a diventare finalmente sopraffattrice. Saltuariamente docile e insignificante, ma capace di covare odio e risentimento che la corrodono dall’interno, è sempre sull’orlo dello sdoppiamento di personalità”.

“Abbiamo puntato su tematiche sociali e quanto più attuali – spiega il direttore artistico di NEO, Gianni D’Amato – Del resto, il teatro è politica perché parla alla gente, della gente e dei problemi della gente. Questo spettacolo, nello specifico, ci ha convinto subito. Bianca sembra parlare al pubblico di problemi e disagi di una persona qualunque. Non parla mai in maniera diretta dell’omosessualità e delle problematiche legate alla difficolta, spesso, di essere accettati. Tratta la tematica in maniera laterale e, forse, proprio per questo è più efficace. È uno spettacolo complesso nella sua straordinaria semplicità per testo, recitazione, scena e contenuto. È – conclude D’Amato – uno spettacolo di tutto rispetto che, tra premi e nomination, si è fatto notare anche oltreoceano”.

Diversi i riconoscimenti ricevuti dallo spettacolo: semifinalista Inbox 2018, vincitore Torino Fringe Festival 2018, finalista Stazioni d’Emergenza Teatro Galleria Toledo 2018. Non solo: lo spettacolo è stato selezionato per il Roma Fringe Festival 2019, per IN SCENA Italian Theater Festival NY 2019, per Il cielo su Torino 2019 al Teatro Stabile di Torino. A metterlo in scena è La Compagnia del Calzino, una compagine che inizia la propria attività a Parma nel 2000, portando in scena numerosi spettacoli e realizzando diversi laboratori teatrali anche nelle scuole dell’Emilia Romagna. Fondata ufficialmente come Associazione culturale nel febbraio 2012, la Compagnia del Calzino è costituita da attori diplomati presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.

I prossimi appuntamenti della rassegna sono: 14 marzo, “Diviso due”, compagnia Teatranti Tra Tanti; 4 aprile, “Nun m’ piace ‘o presepe”, spettacolo diretto da Antonello Ronga; 9 maggio, “Negli occhi di Eva”, compagnia teatrale Le Ombre. Alla realizzazione della rassegna hanno lavorato, insieme al direttore artistico Gianni D’Amato, Mariapia Corrado, Chiara D’Amato, Alfredo Cartone e Maria Scognamiglio.