Al pronto soccorso scopre di essere positivo al Covid: 10 ore in ambulanza - Le Cronache
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Al pronto soccorso scopre di essere positivo al Covid: 10 ore in ambulanza

Al pronto soccorso scopre di essere positivo al Covid: 10 ore in ambulanza

di Erika Noschese

Accusa un malore, perde i sensi e batte la testa ma, arrivato al pronto soccorso, scopre di essere positivo al covid e trascorre oltre dieci ore in ambulanza. Sulla gestione dei pazienti covid, in questi mesi, si sprecano le denunce di utenti abbandonati e che trascorrono ore in attesa prima di potersi sottoporre alle cure degli operatori sanitari. L’ultima, in ordine cronologico, arriva da Tony Avagliano, tecnico del Teatro Nuovo. L’uomo, infatti, ieri mattina ha accusato un malore e ha perso i sensi; i familiari hanno immediatamente contattato il 118 e, una volta giunto al pronto soccorso, è stato sottoposto a tampone, scoprendo di essere positivo al Coronavirus. Così, dall’azienda sanitaria locale arriva lo stop: nei reparti covid non ci sono posti letto liberi e l’uomo è costretto ad attendere in ambulanza dove ha trascorso oltre dieci ore. “Non sapevo di essere positivo, al covid e l’ho appreso proprio qui in ospedale. Ho fatto le prime due dosi di vaccino, avrei dovuto fare la terza a fine febbraio – ha raccontato Avagliano – Sono svenuto, ho sbattuto la testa e, la cosa grave, è che il mezzo di soccorso è giunto da Cava de’ Tirreni perché a Salerno erano tutte occupate ed è arrivata dopo 30 minuti”. Ieri, in attesa dinanzi al pronto soccorso del Ruggi c’erano tre ambulanze mentre scarseggiavano i posti letto e gli operatori sanitari sono stati costretti a lunghe ore di attesa, come spesso accade in questi mesi nonostante le tante smentite dei vertici dell’azienda ospedaliera universitaria che si scontrano poi con le testimonianze degli utenti. “Dopo l’esito del tampone, in ambulanza sono stato sottoposto ai primi accertamenti ma per il resto nulla, in pronto soccorso hanno detto che per i pazienti positivi al covid non ci sono posti letto liberi e quindi bisognerebbe aspettare ma prima di me ci sono altre due persone in attesa dalle otto del mattino di ieri”, ha raccontato ancora Tony Avagliano che, durante le lunghe ore di attesa, è stato costretto anche a cambiare ambulanza perché l’altra doveva tornare in sede e procedere al cambio turno. “Aspetto che qualcuno mi dica cosa fare perché è vero che il covid è una malattia contagiosa ma è altrettanto vero che, a causa dello svenimento, ho battuto la testa e potrei aver avuto delle conseguenze ma qui mi trattano come se avessi la peste”, ha detto ancora l’uomo, ringraziando il personale del 118 per l’impegno nonostante le condizioni a cui sono costretti a causa della pandemia in corso. “Dal 118 ho ricevuto un trattamento eccezionale, hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità e io non posso far altro che ringraziarli anche perché il mezzo è riscaldato e quindi sto meglio ma ho paura, non so se ci sono state conseguenze e sono dieci ore che sono sdraiato su una barella, senza neanche poter andare in bagno – ha aggiunto – Non è una situazione da terzo mondo ma da quarto, addirittura perché siamo totalmente abbandonati a noi stessi ed è inaccettabile quello che devono subire i pazienti che scoprono la loro positività al covid in ospedale”.