Al Nuovo si ride con “Uomo e Galantuomo” - Le Cronache
Spettacolo e Cultura teatro

Al Nuovo si ride con “Uomo e Galantuomo”

Al Nuovo si ride con “Uomo e Galantuomo”

di Monica De Santis

Proseguono gli appuntamenti del Teatro Nuovo di Salerno. Proseguono e vedranno, fuori stagione teatrale, questo fine settimana ed in replica anche il prossimo di scena la compagnia diretta dal direttore artistico Ugo Piastrella che presenterà, il sabato alle ore 21 e la domenica alle ore 18.30 la commedia “Uomo e Galantuomo”, di Eduardo De Filippo. La commedia, in tre atti, scritta da Eduardo De Filippo nel 1922 e inserita nel gruppo di opere la “Cantata dei giorni pari”, fu rappresentata per la prima volta nel 1933. E’ una delle più comiche del repertorio di De Filippo. La versione che andrà in scena a Salerno è interpretata dalla Compagnia stabile del Teatro Nuovo: nel cast Ugo Piastrella, Margherita Rago, Ciro Girardi e Antonello Cianciulli. La commedia fu scritta da Eduardo per il fratellastro Vincenzo Scarpetta e messa in scena nel 1924 con il titolo Ho fatto il guaio? Riparerò!. Il 23 febbraio 1933 la farsa fu rappresentata dalla compagnia di Eduardo “Teatro Umoristico I De Filippo” con il titolo definitivo di Uomo e galantuomo. “Uomo e galantuomo” è la storia di una compagnia particolarmente scalcagnata, denominata “L’eclettica” che, nella località di Bagnoli, prova e riprova il dramma da mettere in scena, mentre gli attori sono alloggiati a spese del giovane benestante don Alberto De Stefano, presso l’albergo gestito da un suo amico… La commedia offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente comici. Uno in particolare, quello della prova della compagnia, potrebbe di per sé costituire l’oggetto di una farsa. La prova si svolge nell’atrio dell’albergo ed inizia con Gennaro che emette un lamentoso e terribile gnaulio accompagnato da una smorfia che gli stravolge il viso e dal movimento di un braccio che si agita nell’aria. Gli attori si precipitano a soccorrerlo, convinti che sia stato colpito da un malore, ma scoprono che invece, da vero artista, Gennaro stava imitando l’apertura della porta cigolante del “basso” in cui si svolge il dramma.