Agropoli, giro di truffe da 500mila euro con assegni falsi - Le Cronache
Cronaca Agropoli

Agropoli, giro di truffe da 500mila euro con assegni falsi

Agropoli,  giro di truffe da 500mila euro con assegni falsi

Hanno usato assegni circolari falsi per cifre comprese tra 7mila e 75mila euro per la compravendita di autovetture, imbarcazioni, orologi di valore, il piu’ delle volte pubblicizzati sui siti di compravendita (Subito.it, Autoscout e altri) che venivano cosi’ sottratti alle vittime del tutto ignare della truffa. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Agropoli  che hanno arrestato G.E., indagato nell’ambito dell’indagine sulla cosiddetta del “bene emissione”. Sono 14 gli episodi su cui si sono concentrati gli investigatori, accaduti a Vigonza (Padova), Brindisi, Sperlonga (Latina), Rubiera (Reggio Emilia), Montegiorgio (Fermo), Fabriano (Ancona), Reggio Emilia, Stra (Venezia), Angera (Varese), Bitonto (Bari), Rovigo, Verona, Langhirano (Parma), relativi a truffe perfezionate con assegni circolari falsi, apparentemente emessi da istituiti di credito dell’intero territorio cilentano (Agropoli, Castellabate, Matinella), per un valore complessivo di circa 500mila euro. E’ stato scoperto un raggiro ben collaudato: venivano contattati i proprietari di beni di lusso intenzionati a vendere i propri averi tramite annunci su siti internet, si recavano all’appuntamento muniti di assegno circolare falso e, recatisi in banca per l’incasso, facevano contattare l’istituto di credito emittente per verificarne le genuinita’. A questo punto la chiamata in entrata sulla linea telefonica dell’istituto bancario veniva intercettata e deviata su un’altra utenza, da cui rispondeva un complice che, presentatosi falsamente quale dipendente della banca, confermava telefonicamente la congruita’ dei titoli di credito falsamente emessi. Al passaggio di proprieta’, infine, si presentavano con documenti falsi, cosi’ da intestare il bene a persone inesistenti per poi darsi alla fuga senza lasciare alcun elemento. Il ruolo dell’indagato, un 68enne ex dipendente Telecom S.p.a. (che non e’ coinvolta nella vicenda), era quello di individuare le cabine di derivazione relative alle linee telefoniche delle banche falsamente emittenti i titoli di credito, e di installarvi un’apparecchiatura sofisticata finalizzata alla captazione e deviazione delle chiamate in entrata.