«Bisogna cominciare a capovolgere l’ordine delle priorità. L’Agro nocerino ha registrato negli ultimi quarant’anni un lento declino proprio quando la classe politica ha cominciato a guardare più alle candidature e sempre meno ai progetti di sviluppo. C’è necessità che noi sindaci, tutti insieme, si recuperi le necessità prioritarie di un territorio costretto a giocarsi una partita definitiva. Non c’è spazio, perché non c’è più tempo, per perdersi in aspettative che se pur legittime rischiano di farci fagocitare definitivamente o dall’hinterland napoletano, o dalla città capoluogo. In entrambi i casi un territorio di oltre quattrocentomila abitanti rischia di perdere la sua identità». A parlare così è Paola Lanzara, prima cittadina di Castel San Giorgio. «L’utilità della politica è strettamente collegata alla necessità di fare delle scelte -continua la Lanzara- e nell’Agro nocerino abbiamo emergenze serie come quelle ambientali, sanitarie, di sviluppo, occupazionali e di ordine pubblico. In un momento storico in cui i partiti sono diventati volatili rispetto ai valori e la rappresentanza si gioca su tavoli più mediatici che concreti, tutto diventa più difficile rispetto al passato perciò le carriere politiche vanno costruite a stretto contatto con la popolazione diventando portavoci delle istanze e dei sentimenti della gente. Il primo gradino della rappresentanza sono i sindaci che devono rimboccarsi le maniche e portare al territorio un valore aggiunto che va a riempire un vuoto di riferimento altrimenti diventa un vuoto che si riempie con chiunque riesca a diventarne portavoce e la crisi della democrazia rappresentativa diventa anch’essa emergenza». Paola Lanzara non ne fa una questione personale ben conscia che rispetto ai grandi numeri di comuni come Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Sarno o Scafati, Castel San Giorgio non può certo dettare regole e comportamenti, ma il piccolo comune ai confini con la l’Irno da sempre è stato laboratorio politico e in tutti i casi è il sedicesimo comune della provincia di Salerno. «Abbiamo la fortuna -prosegue la Lanzara- di essere baricentrici rispetto ad un territorio dove si può immaginare uno sviluppo organico che rispetti le vocazioni di ogni singola municipalità, ma che ragioni come una unica entità. Era il primordiale scopo degli enti di concertazione, mi riferisco al Patto Territoriale e a ciò che ne è derivato negli anni d’oro. Venuto meno lo scopo più edificante gli enti si sono sgretolati come sabbia. Solo tutti insieme possiamo fare in modo di fronteggiare le nuove sfide che ci prospettano le nuove esigenze. Ecco perché ben venga che i sindaci aspirino a candidature e a impegni politici rappresentativi, ma il territorio deve averne benefici tangibili in termini di progetti di sviluppo. Così, e solo così, l’Agro nocerino tornerà a contare nello scacchiere provinciale e regionale per quello che rappresenta e per ciò che è giusto torni a pesare».
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