Agevolazioni a pompe funebri vicine ai clan, altra bufera su Scafati - Le Cronache
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Agevolazioni a pompe funebri vicine ai clan, altra bufera su Scafati

C’è anche l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, tra le sei persone a cui la Direzione Distrettuale Antimafia  ha notificato  l’avviso della conclusioni delle indagini preliminari e informazioni di garanzia nell’ambito di un’indagine su ‘favori’ concessi a ditte di onoranze funebri che, secondo gli inquirenti, sarebbero legate alla camorra. Nei confronti dei sei indagati si ipotizzano il reato di abuso d’ufficio in concorso, commesso con l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini, sostengono gli investigatori, hanno consentito di accertare che le condotte omissive, finalizzate a non interrompere o impedire le attività illecite delle due ditte, hanno recato vantaggi anche di natura patrimoniale sia alle due società, sia, in un caso, a un allora dipendente del Comune di Scafati, che avrebbe fruito di un servizio di onoranze funebri gratuito, in occasione del decesso di un congiunto. L’attività investigativa, collegata all’operazione “Sarastra”, ha evidenziato l’illecita attività di pubblicità funebre svolta – su pannelli installati abusivamente, omettendo il versamento dei tributi dovuti per legge e agevolati anche dalle condotte omissive dei responsabili degli uffici comunali deputati al controllo – da due società operanti nel settore e legate una al clan camorristico Cesarano (presente su Castellammare di Stabia e comuni limitrofi) e una al clan Matrone, di Scafati. Con l’ex primo cittadino di Scafati risultano coinvolti anche Giovanni Cozzolino, già dipendente del Comune di Scafati, componente dello staff del Sindaco pro tempore; Giacomo Cacchione, già Capo Area Economico Finanziaria del Comune di Scafati; Giuseppina Ametrano, legale rappresentante della ditta “L’Eternità s.r.l.”; Alfonso Cesarano e Catello Cesarano, legali rappresentanti della ditta “Cesarano Nicola Pompe Funebri s.c.a.r.l.”. Aliberti è indagato anche per violazione della legge elettorale con l’aggravante del metodo mafioso e per scambio elettorale politico mafioso.