Vittorio sorridente. Insieme ai suoi amati fiori. Quei fiori che, nel corso della sua vita, aveva saputo rendere delle vere e proprie opere d’arte e ai quali si era dedicato con tutto se stesso. Erano in centinaia ieri, così come il giorno precedente all’obitorio, nella chiesa di san Pietro in Camerellis per portare il proprio ultimo saluto a Vittorio Vicinanza, il fioraio salernitano scomparso a 45 anni a causa di una broncopolmonite. E quello che nella sua vita Vittorio Vicinanza era riuscito a creare era ben visibile ieri pomeriggio, dentro e fuori la chiesa di corso Garibaldi, alla quale era quasi impossibile accedere a causa del gran numero di persone che non hanno perso l’occasione per dire addio al giovane artista dei fiori prematuramente scomparso. Un dolore straziante, quello evidente sul volto di quanti hanno voluto omaggiare l’artista nel suo ultimo viaggio. Un viaggio che nessuno si aspettava compisse; che nessuno voleva facesse, nonostante la consapevolezza che negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate velocemente. Prima delle esequie, un lungo corteo funebre ha attraversato il cuore della città, con una doverosa e sentitissima sosta al suo negozio, l’Antico Chiostro di via Papio, che Vittorio – con grande dedizione e caparbietà – aveva portato ad essere un vero e proprio punto di riferimento. In tanti, hanno vissuto i loro momenti più felici circondati dalle sue caratteristiche composizioni floreali, sempre accuratissime, sempre adatte ai contesti, sempre perfette. Vittorio Vicinanza, per i salernitani, era “il” fioraio, colui che – ogni anno, il 21 settembre – ravvivava le sacre icone dei santi con le sue creazioni. Ogni anno, da questo in poi, la mente correrà subito a lui, al prezioso patrimonio artistico che ha lasciato, perché i suoi non erano solo fiori, ma opere d’arte. (man)
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