Accordo Pd - Grillo: il no di Beppe fa arrabbiare i suoi. Il commento di un salernitano il più condiviso - Le Cronache
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Accordo Pd – Grillo: il no di Beppe fa arrabbiare i suoi. Il commento di un salernitano il più condiviso

L’accordo Pd – Grillo di certo non poteva sottrarsi al giudizio della rete. D’altronde, proprio da internet che il movimento è nato, cresciuto e sostenuto. Ed ora sul blog di Beppe Grillo sono decine e decine i commenti contrari alla linea del leader del Movimento 5 stelle. Tra questi spicca quello del salernitano Domenico Andria, autore del secondo commento più votato. Il salernitano invita a non fare «”i comunisti” e sottoporre invece al Pd alcuni punti programmatici: “legge elettorale; legge anti corruzione; conflitto di interessi; finanziamento ai partiti”».
Ma almeno stando ai primi tremila commenti postati sul suo blog sotto al post dedicato a ”Bersani, morto che parla”, alla base del Movimento Cinque Stelle non è piaciuta la presa di posizione di Beppe Grillo contro l’ipotesi di un voto di fiducia ad un governo con il Pd. «Mi pare un errore non votare la fiducia, vorrebbe dire andare a votare tra pochi mesi con la stessa legge elettorale, può portare un vantaggio al movimento in termini di voti ed anche a Berlusconi, ma porterebbe un danno enorme al paese», scrive Matteo. «Noi vi abbiamo votato e su questa decisione di non aprire al Pd non siamo stati interpellati», incalza Giambattista, mentre Diego si chiede: «Caro Grillo come fai a valutare legge per legge se un governo neanche lo fai partire?». «Lo so che anche i dirigenti del Pd sono carrieristi (…) ma se mi si dà la possibilità di fare le leggi che volevo fare, allora posso sopportarli ancora 1 anno, non ci cambia la vita!», è l’opinione di Franco che si definisce un sostenitore e finanziatore del Movimento. «Chi ha deciso che non bisogna dare una possibilità al Pd? Solo tu, Beppe, e Casaleggio, non certo coloro che ti hanno votato», dice Mary, mentre Federico fa notare che «ora ci sono i numeri e il coltello dalla parte del manico per obbligare il Pd a votare per incandidabilità, conflitto di interessi, legge elettorale e qualche bel taglio corposo ai costi della politica. Non perdiamo l’occasione!».

 

28 febbraio 2013